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Israele, ucciso dirigente di Hamas in Siria. Jihad Islamica diffonde video ostaggio

Ucciso anche capo militare Hezbollah in Libano. Netanyahu. "Abbiamo dato un esempio a Hezbollah”. In Israele arriva Blinken, proteste davanti a Knesset

Tank israeliano - Afp
Tank israeliano - Afp
08 gennaio 2024 | 08.22
LETTURA: 6 minuti

Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno annunciato di aver ucciso Hassan Achasha, ritenuto il dirigente di Hamas responsabile del lancio di razzi dalla Siria contro lo Stato ebraico. Lo riporta il Jerusalem Post, citando una nota dell'esercito, secondo cui Achasha, ucciso a Beit Jann, dall'inizio della guerra aveva guidato "cellule terroristiche" incaricate di attacchi missilistici. Nella nota le Idf hanno ribadito che non permetteranno il lancio di razzi su Israele dal territorio siriano, nemmeno da parte delle milizie, e che riterranno responsabile di ciò il governo siriano, minacciando ritorsioni "contro qualsiasi minaccia".

Ucciso anche un capo militare Hezbollah in un raid israeliano contro la sua auto a Kherbet Sellom, nel sud del Libano. Si tratta del "comandante Wissam Tawil", noto anche come Al Hajj Jawad, ha fatto sapere Hezbollah confermando le notizie della sua uccisione apparse sui media secondo quanto riferisce il sito del quotidiano libanese Orient le Jour, e sottolineando che, come è suo solito, il partito sciita non ha precisato le circostanze della morte del defunto.

Orient Le Jour riferisce che sono 154 i combattenti di Hezbollah uccisi in raid israeliani in Siria e Libano dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre, in seguito al quale la milizia sciita ha iniziato a lanciare razzi contro Israele. L'emittente Al Yadid afferma che al Tawil era un comandante della forza di elite Radwan della milizia sciita.

"Faremo tutto il possibile per riportare la sicurezza nel Nord e consentire alle vostre famiglie di tornare a casa. Abbiamo dato un esempio a Hezbollah, con quello che è successo ai suoi amici nel sud", ha detto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu visitando con il ministro dell'Economia Nir Barkat la 769a Brigata Hiram nel nord di Israele, dopo aver incontrato un gruppo di soldati combattenti dell'unità Devorah, che vivono nel nord e le cui famiglie sono state evacuate dalle loro case.

Israele sa dov'è Sinwar ma è con ostaggi e non può colpirlo

Le autorità israeliane sanno dove si trova il leader di Hamas Yahya Sinwar, ma non possono colpirlo perché insieme a lui ci sono numerosi ostaggi, sostengono il giornale israeliano 'Israel Hayom' e la radio Kan, che ha citato l'ex capo dell'intelligence militare israeliana Amos Yadlin. Le fonti spiegano che la mente del massacro del 7 ottobre è ''circondato da un grande numero di ostaggi israeliani vivi''. E questo impedisce all'Idf, le Forze di difesa israeliane, di sferrare un raid su di lui.

Brigate al-Qassam: "Sventato tentativo Israele liberare ostaggio a Gaza"

Le Brigate al-Qassam, l'ala militare di Hamas, hanno annunciato di aver sventato un tentativo delle Forze di difesa israeliane (Idf) di liberare un ostaggio nel campo di Bureij, nella zona centrale della Striscia di Gaza, riportano i media dello Stato ebraico.

Intanto la Jihad Islamica ha diffuso un video di propaganda con un appello di Elad Katzir, rapito lo scorso 7 ottobre nel kibbutz di Nir Oz e tenuto in ostaggio a Gaza. Nel video, riportano i media israeliani, il 47enne parla in ebraico ed è in piedi con sullo sfondo la bandiera della formazione islamista palestinese. "Mi avete lasciato prigioniero ad affrontare la morte per la prima volta il 7 ottobre ed ora sono tre mesi che mi lasciate ad affrontare la morte qui a Gaza", ha dichiarato l'uomo tenuto in ostaggio, rivolgendosi al primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, e ai membri della Knesset.

"Sono tre mesi che sono nella morsa della Jihad islamica", ha proseguito Katzir, sottolineando di essere "miracolosamente sopravvissuto" il 7 ottobre e rammaricandosi di aver appreso la notizia della morte dell' "amico" Tamir Hadar avvenuta quel giorno a Gaza. "Non dite alla mia famiglia che avete fatto tutto per il mio rilascio. Questo non è vero", ha aggiunto Katzir, riferendosi ancora al governo e chiedendo che venga fermata "questa guerra di sterminio".

La protesta davanti alla Knesset

E nel giorno della visita del segretario di Stato Usa Antony Blinken in Israele, una manifestazione di protesta contro il governo si sta svolgendo davanti alla Knesset, il Parlamento israeliano a Gerusalemme, per chiedere ''elezioni subito''. Con un sit-in, i manifestanti stanno impedendo l'ingresso in Aula dei deputati. "Tutte le speranze illustrate dal governo in occasione di questo momento di emergenza sono state distrutte dal fallimento delle loro azioni, espresse dalla loro disfunzione, dall'abbandono degli ostaggi, dal danno fatale alla reputazione internazionale di Israele, dal loro continuo incitamento e divisione e dal dirottamento dei bilanci a favore degli interessi personali a scapito del pubblico'', affermano gli organizzatori in una nota. "Siamo venuti alla Knesset per chiedere elezioni subito, l'immediata sostituzione del governo e l'espulsione degli estremisti", aggiungono.

Come riporta l'emittente televisiva pubblica Kan, Netanyahu non ha però alcuna intenzione di rimuovere dall'incarico nessuno dei suoi ministri nonostante le pressioni. Quello a cui sta pensando Netanyahu, prosegue Kan, è la chiusura dei ministeri considerati ''minori''. In questo contesto sono in corso colloqui per fornire una ''compensazione'' ai ministri interessati e, secondo indiscrezioni, a loro sarebbe garantito un posto nel governo, ma senza portafoglio.

Un'altra opzione potrebbe essere quella di offrire al ministro rimasto senza dicastero la guida dell'organismo governativo Tkuma (resurrezione in ebraico) creato dopo il massacro sferrato da Hamas lo scorso 7 ottobre. L'organismo è incaricato di gestire la ricostruzione delle comunità della Striscia di Gaza devastate dai terroristi di Hamas. Netanyahu spera di illustrare la sua decisione durante la riunione di governo prevista per giovedì, quando il premier spera anche di ottenere l'approvazione del bilancio di guerra per il 2024 presentato dal ministro delle Finanze Bezalel Smotrich.

Incontro Blinken- Netanyahu, le richieste del segretario di Stato Usa

Blinken chiederà a Netanyahu di annunciare la fine della ''fase militare'' della guerra nella Striscia di Gaza e di passare a ''raid mirati'', secondo quanto annunciato dall'emittente tv israeliana Channel 12. Dopo aver visitato la Turchia, la Grecia, la Giordania e il Qatar, Blinken incontrerà oggi le autorità locali negli Emirati Arabi Uniti e l'Arabia Saudita nel tentativo di convincerli a usare la loro influenza per evitare una escalation del conflitto. ''Questo è un conflitto che facilmente può avere un rischio di metastasi con più insicurezza e ancora più insofferenza'', ha dichiarato Blinken incontrando i giornalisti in Qatar.

Ministero Sanità di Gaza: 73 morti in 24 ore, 22.800 da inizio guerra

Sono 73 i palestinesi che hanno perso la vita e 99 quelli che sono rimasti feriti nelle ultime 24 ore nella Striscia di Gaza a causa dei raid aerei israeliani. Lo rende noto il ministero della Sanità di Gaza aggiornando a 22.800 il bilancio dei morti nell'enclave palestinese dallo scorso 7 ottobre, mentre oltre 58mila persone sono rimaste ferite.

Centinaia di pazienti e personale medico lasciano ospedale Al-Aqsa

Centinaia di pazienti e personale dell'ospedale dei martiri di Al-Aqsa, nel centro di Gaza, sono stati costretti a lasciare il nosocomio dopo gli ultimi intensi attacchi aerei sull'enclave. La maggior parte del personale medico, così come circa 600 pazienti, si sono diretti verso luoghi sconosciuti senza alcuna informazione su dove si trovino, ha riferito l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e le Nazioni Unite (Onu).

L'associazione medica internazionale Medici Senza Frontiere (Msf) afferma di aver evacuato il suo personale medico, dopo che venerdì un razzo è penetrato in una parete del reparto di terapia intensiva dell’ospedale e “gli attacchi dei droni e il fuoco dei cecchini erano a poche centinaia di metri dall’ospedale”, ha detto Carolina Lopez, coordinatrice dell’emergenza di Msf.

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