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Ilaria Salis, la denuncia: "Sono stata costretta a firmare verbale in ungherese"

La 39enne italiana è detenuta da quasi un anno

(Fotogramma/Ipa)
(Fotogramma/Ipa)
01 febbraio 2024 | 21.23
LETTURA: 3 minuti

"Costretta a firmare un verbale in ungherese". E' la nuova denuncia che Ilaria Salis ha fatto arrivare al suo avvocato, Eugenio Losco, tramite l'ambasciata italiana di Budapest. La 39enne, detenuta in Ungheria da quasi un anno, a quanto lei stessa denuncia nella lettera inviata all'ambasciatore italiano Manuel Jacoangeli, sarebbe stata interrogata a proposito delle condizioni della sua detenzione al termine dell'udienza di lunedì al tribunale di Budapest, a cui ha partecipato con manette ai piedi e ai polsi e tenuta al guinzaglio.

Dell'interrogatorio è stato redatto un verbale, esclusivamente in lingua ungherese, che la 39enne accusata di lesioni aggravate sarebbe stata obbligata a firmare, nonostante la sua scarsa conoscenza della lingua.

Il padre: "Ora tradurremo questo foglio"

"Tradurremo il documento per capire cosa le è stato fatto firmare" ha detto il padre di Ilaria, Roberto Salis a Prima di Domani su Retequattro. "Lei è moderatamente preoccupata", aggiunge il padre. "Immagino che sia una loro procedura, sarebbe opportuno però avere una versione in inglese dei documenti in modo tale che chi legge capisce cosa sta firmando, l'ungherese è incomprensibile".

"Non ho mai parlato direttamente con la presidente del Consiglio Meloni. Domani vado a parlare con il presidente del Senato La Russa e lunedì a Roma incontrerò il ministro degli Esteri e quello della Giustizia" ha detto il padre di Ilaria, rientrato ieri sera in Italia, dopo aver incontrato la figlia detenuta a Budapest. "Se ho fiducia nella giustizia ungherese? Ho visto le carte processuali - sottolinea Roberto Salis -. Ci siamo accorti, durante il processo, che il procuratore parlava in ungherese e ciascuno dei tre imputati, due tedeschi e un italiano, aveva il traduttore ma il procuratore parlava molto velocemente e di fatto i traduttori non riuscivano a fare la traduzione. Se gli imputati non riescono a capire cosa dice chi li sta accusando, non mi pare si possa definire un processo giusto".

"La prima cosa che farò quando potrò riabbracciare mia figlia fuori dal carcere? Penso di baciarla per una mezz'oretta e poi le darò un calcio nel sedere" dice. "Abbiamo preparato la querela contro Salvini per la questione del gazebo: è una diffamazione grave. Abbiamo un cittadino che sta affogando e dei politici che, invece di tirargli una ciambella per salvarlo, gli pressano la testa per farlo affogare ancor di più. La querela è pronta ma la deve firmare mia figlia". Durante l'intervista più di una volta, il papà di Ilaria ha sottolineato: "Che valore ha screditare mia figlia o me, a chi serve?". La prossima visita con Ilaria sarà il 21 febbraio.

"Stava un po' meglio di lunedì, era un pochino più serena e tranquilla. Lunedì era molto emozionato perché sapeva che c'erano tanti suoi amici, mi ha detto che gli girava un po' la testa quando era in tribunale". Quanto alle condizioni di prigionia, il papà di Ilaria dice che "ci sono alcuni segnali di miglioramento; pare che abbiano fatte operazioni di pulizia: ieri sono arrivati operatori della polizia penitenziaria per fare una serie domande a mia figlia, una psicologa, in particolare, le ha chiesto come sta emotivamente. Credo che sia partita una ricerca delle motivazioni di difficoltà di stare in quel carcere. Questo ha portato qualche beneficio di cui ora godono anche le altre sette compagne in cella. La chiamano Giovanna D'Arco".

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