Kiev critica la dichiarazione dei leader, troppo morbidi sulla guerra di aggressione. Mosca promuove il documento
La dichiarazione del G20 di Nuova Delhi non piace all'Ucraina, che corregge l'atto con la penna rossa e stigmatizza l'assenza di una netta condanna della "guerra di aggressione della Russia". Le conclusioni del vertice 2023 in India piacciono invece a Mosca, che apprezza evidentemente i toni.
Kiev mostra apertamente il proprio dissenso nei confronti della dichiarazione finale ed esprime il dissenso in maniera approfondita. "Siamo grati ai partner che hanno cercato di includere una formulazione forte nel testo. Tuttavia, per quanto riguarda l’aggressione della Russia contro l'Ucraina, il G20 non ha nulla di cui essere orgoglioso", scrive in post su X il portavoce del ministero degli Esteri ucraino Oleg Nikolenko, che poi scrive: "Ecco come potrebbero apparire gli elementi principali del testo per essere più vicini alla realtà", aggiunge allegando le correzioni che Kiev avrebbe apportato al testo.
Al posto di ''guerra in Ucraina", per Kiev si doveva dire "guerra contro l'Ucraina". Il richiamo ad azioni coerenti con la carta dell'Onu andava indirizzato alla "Russia" e non a "tutti gli stati". Allo stesso modo, "la Russia" e non "tutti gli stati" dovrebbe rinunciare all'uso della forza finalizzato ad ottenere acquisizioni territoriali a scapito dell'integrità e della sovranità o indipendenza politica di qualsiasi stato. Inoltre, per Nikolenko, nella "guerra contro l'Ucraina", la minaccia "russa" di usare armi nucleari è inammissibile. Infine, manca secondo l'Ucraina la condanna esplicita della guerra d'aggressione. Kiev avrebbe voluto leggere le parole "in relazione alla guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina, i membri del G20 l'hanno condannata in maniera inequivocabile e hanno esortato Mosca a fermarla immediatamente".
Al malumore di Kiev fa da contraltare la soddisfazione di Mosca. La sherpa russa al G20, Svetlana Lukash, ha definito "equilibrata" la dichiarazione finale dei leader a Nuova Delhi. Parlando con i giornalisti nella capitale indiana, Lukasch ha ammesso che ci sono stati "negoziati molto duri" e che sono stati i Paesi dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) insieme ad altri partner a contribuire all'"equilibrio" del testo. C'è stato consenso tra i Paesi ad agire uniti "nell'interesse della pace, della sicurezza e della soluzione dei conflitti in tutto il mondo".