Chiusura di settimana negativa per le Borse europee. I prezzi delle spese personali negli Stati Uniti rimbalzano a gennaio, in crescita del 5,4% su base annua. Per questo motivo gli investitori ipotizzano un proseguimento della stretta monetaria da parte della Fed e, quindi, anche della Bce. Per Thomas Tilse, Head of Portfolio Strategy Private Clients di AllianzGI, però, se non ci sarà subito un netto calo dell'attività produttiva e il livello dei prezzi continuerà a rallentare, l’Europa potrebbe continuare a crescere nonostante i timori di una recessione globale e la debolezza sul fronte azionario rispetto agli Usa potrebbe essere minore del previsto.
Al Ttf di Amsterdam il prezzo del gas è in calo, ma si aggira sempre attorno ai 50 euro al megawattora. Continua a salire il petrolio, con Brent e Wti che crescono di circa l’1%. A Milano, che va meglio rispetto a Francia e Germania, il Ftse Mib perde l’1,07% e chiude a 26.986,35. In rialzo lo spread tra Btp e Bund tedeschi, che si muove sui 184 punti base. Cresce anche il rendimento del titolo decennale, attorno al 4,4%.
Sul listino principale di Piazza Affari bene Saipem (+1,96%) e Tim (+1,36%). Oggi si è riunito il consiglio di amministrazione della compagnia telefonica che ha deciso, in merito all’offerta non vincolante ricevuta da Kkr per NetCo, di chiedere delle delucidazioni ulteriori per comprendere gli assunti e i valori economici della proposta. L’obiettivo è quello di ricevere un’offerta migliorativa entro il 31 marzo.
In coda, invece, Eni (-1,24%). Ci sono banche d'affari che hanno rivisto al ribasso il target price sul Cane a sei zampe, dopo l'aggiornamento del piano industriale al 2026. Male anche Bper (-2,31%), Diasorin (-2,37%), Interpump (-3,59%), Pirelli (-3,75%) e Iveco (-2,56%). (in collaborazione con Money.it)