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Superbonus 110%, 'salvo' per redditi fino a 15.000 euro: i nuovi requisiti

Palazzo Chigi: "Si incentivano lavori limitando usi impropri". Tajani: "Abbiamo aiutato i più deboli"

Palazzo Chigi
Palazzo Chigi
28 dicembre 2023 | 17.25
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Raggiunto l'accordo di maggioranza sul Superbonus 110%, 'salvato' in extremis con un provvedimento ad hoc varato dal governo. Un risultato che Forza Italia, in particolare, rivendica. "Accordo positivo sul Superbonus. Grazie all'impegno di Forza Italia saranno tutelati imprese e cittadini, soprattutto quelli più deboli che non dovranno restituire soldi per i lavori non conclusi e verranno sostenuti per completarli. Passa la linea del buongoverno di Forza Italia", scrive su X il partito quando le notizie da Palazzo Chigi non sono ancora ufficiali.

"Non è una proroga"

Fonti di Palazzo Chigi chiariscono che tuttavia non si tratta di una proroga del Superbonus come concepito sinora ma un provvedimento che riporta la disciplina a buon senso incentivando i lavori e limitando però gli usi impropri.

I nuovi requisiti

"Ai singoli soggetti con Isee inferiore a 15mila euro sensibilmente aumentato in base ai componenti del nucleo familiare, si garantisce il credito del 110% anche per la quota di lavori non asseverati al 31 dicembre'', spiegano fonti di Palazzo Chigi. ''In buona sostanza, chi non ha concluso i lavori entro l'anno non si troverà nella grave condizione di dover restituire tutti i crediti fino a quel momento maturati'', spiegano.

In secondo luogo, per i lavori non conclusi al 31 dicembre e ''per compensare la quota che scenderà dal 110 al 70%, lo Stato interverrà utilizzando il fondo povertà con riserva di aumentarne la capienza durante l’esercizio finanziario. In questo modo le fasce meno abbienti non si dovranno fare carico della differenza''.

Tajani: "Intervenuti in aiuto dei più deboli"

"C'è una tutela importante per le imprese e per i cittadini soprattutto meno abbienti. Ci sarà una sorta di sanatoria nel 2023 per chi ha superato il 30% dei lavori e non ha raggiunto la conclusione non dovrà pagare nulla anche per eventuali omissioni. Di fatto né le imprese si rivarranno sui condomini né dovranno versare penali allo Stato. E' un messaggio molto forte per le imprese che stanno lavorando a tutela delle persone per bene", spiega il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani, lasciando Palazzo Chigi al termine del Consiglio dei ministri.

"Per i lavori non conclusi al 100% che usufruivano del superbonus al 110% e con il secondo Sal fatto prima del 31 dicembre, per le persone meno abbienti sarà lo Stato a pagare la differenza tra il 70% e il 110%. Penso ai condomini di periferia sarà possibile ottenere tutto il superbonus nel 2023, poi si proseguirà con quello del 70%. Tutto ciò - ha ribadito Tajani - permette di aiutare famiglie più deboli che non avranno problemi a dover pagare e ci saranno aiuti importanti alle imprese che non dovranno restituire alcunché allo Stato di quanto ricevuto". Quanto alla definizione dei meno abbienti, ha concluso, "ci saranno i codici Isee e sarà usato il fondo per le persone in difficoltà e verrà rimpinguato anche nel 2024".

Rischio truffe e controlli

Su eventuali rischi di truffe e sui relativi controlli, ha proseguito Tajani, "si parla di imprese che hanno portato avanti il loro lavoro, dovranno certificarlo e avranno tempo dopo il 31 dicembre per farlo. I controlli ci saranno, ma noi qua stiamo parlando di persone per bene, condomini e imprese che hanno rispettato le regole e che i lavori li hanno fatti e non persone che sono scappate con i soldi dello Stato, ma in questo caso stiamo parlando di delinquenti. Forza Italia si è sempre preoccupata di tutelare le persone per bene e i meno abbienti che con la fine del superbonus non avrebbero potuto concludere i lavori e si sarebbero trovate in difficoltà", dice il ministro.

Il costo della misura

"Il costo della misura" del superbonus "dipenderà dalle richieste", spiega Tajani. Il provvedimento "in teoria era positivo, poi è stato gestito malissimo dal governo Conte e ha provocato un buco nelle casse dello Stato. Stiamo cercando di rimediare ai danni commessi aiutando imprese e cittadini meno abbienti".

La nota di Palazzo Chigi

Palazzo Chigi spiega che "al fine di tutelare i cittadini con i redditi più bassi e di consentire la conclusione dei cantieri 'Superbonus 110%' che abbiano raggiunto uno stato di avanzamento dei lavori non inferiore al 60 per cento al 31 dicembre 2023, è previsto uno specifico contributo, riservato ai percettori di redditi inferiori a 15.000 euro, in relazione alle spese sostenute dal 1° gennaio 2024 al 31 ottobre 2024".

"Il contributo sarà erogato, nei limiti delle risorse disponibili, dall’Agenzia delle entrate, secondo criteri e modalità determinati con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze da adottarsi entro sessanta giorni e non concorrerà alla formazione della base imponibile delle imposte sui redditi", si legge ancora.

A partire dalla data di entrata in vigore del decreto-legge, "si esclude la possibilità di cessione del credito d’imposta nel caso di interventi di demolizione e ricostruzione degli edifici relativi alle zone sismiche 1-2-3 compresi in piani di recupero di patrimoni edilizi o riqualificazione urbana e per le quali non sia stato richiesto, prima della stessa data, il relativo titolo abilitativo. A tutela delle persone con disabilità e al fine di evitare l’uso improprio dei bonus per l’abbattimento delle barriere architettoniche, si limita il novero degli interventi sottoposti all’agevolazione e i casi per i quali continua a essere previsto sconto in fattura e cessione del credito, salvaguardano la tutela delle persone con disabilità. Inoltre, sarà necessaria un’apposita asseverazione per il rispetto dei requisiti e sarà richiesta la tracciabilità dei pagamenti, da effettuare con il cosiddetto 'bonifico parlante'".

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