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Prada veste gli astronauti, svelata tuta spaziale con Axiom Space

Sarà usata per la missione Artemis III della Nasa per il ritorno sulla Luna. Lorenzo Bertelli: "Momento storico per settore spaziale"

La tuta spaziale di Prada e Axiom Space realizzata per la missione Artemis III della Nasa per il ritorno sulla Luna
La tuta spaziale di Prada e Axiom Space realizzata per la missione Artemis III della Nasa per il ritorno sulla Luna
16 ottobre 2024 | 14.53
LETTURA: 5 minuti

Non solo è solo il Diavolo a vestire Prada. Ora anche gli astronauti della missione Artemis III della Nasa, prevista per la fine del 2026, potranno indossare una tuta spaziale realizzata dal gruppo italiano assieme ad Axiom Space. Il design della tuta Axiom Extravehicular Mobility Unit (AxEMU), è stato svelato per la prima volta in occasione del Congresso Astronautico Internazionale a Milano. “È un momento storico - spiega il presidente di Axiom Space, Matt Ondler - si tratta di un design innovativo, in cui l’uomo è al centro. Quando ci sarà Artemis III ci sarà il primo astronauta, il primo non americano, a camminare sulla Luna. Cercherà di trovare l’acqua nel polo Sud della Luna. Farà freddo e la tuta deve esser in grado di proteggere l’essere umano in questo contesto molto ostile. E’ richiesta quindi una grande tecnologia e innovazione da un punto di vista ingegneristico”. Il design dello strato esterno e la ricerca dei materiali sono il frutto di un lavoro congiunto che ha avuto inizio quando le due aziende, leader nei rispettivi settori, hanno deciso di unire creatività e ingegneria per la progettazione delle tute spaziali di nuova generazione.

“E’ un momento storico per il settore spaziale - sottolinea Lorenzo Bertelli, Chief Marketing Officer e Head of Corporate Social Responsibility del Gruppo Prada - e siamo qui per dimostrare che questo è solo l’inizio, abbiamo grandi possibilità. Per noi è un onore che Axiom abbia scelto Prada, la partnership per il nostro gruppo è importantissima. Oggi inizia un’avventura entusiasmante, ci piace affrontare le sfide e tra 30 anni guardando indietro capiremo che abbiamo fatto la scelta giusta”. La tuta AxEMU, evoluzione del modello Exploration Extravehicular Mobility Unit (xEMU) della Nasa, è pensata per garantire una maggiore flessibilità, efficienza e sicurezza, e integra strumenti specializzati per l’esplorazione del polo sud lunare. Si adatta alle diverse fisionomie degli astronauti, sia uomini, sia donne, dal primo al 99esimo percentile (misure antropometriche). È in grado di tollerare le temperature estreme del polo sud lunare e il clima rigido delle regioni permanentemente in ombra per almeno due ore, e supporta almeno otto ore di attività extraveicolari.

I team di design e di sviluppo prodotto Prada hanno lavorato insieme agli ingegneri di Axiom Space a suggerimenti su materiali appositamente studiati e a soluzioni che, oltre a proteggere gli astronauti dalle sfide di un ambiente ostile come quello lunare, saranno di ispirazione per il futuro dell’esplorazione spaziale. Inoltre, il know-how di Prada ha permesso di adottare tecnologie avanzate e metodi di cucitura innovativi per conciliare una funzionalità altamente ingegnerizzata con l’estetica del rivestimento bianco, aumentandone sia il comfort per gli astronauti, sia le prestazioni. “Questa partnership ha creato un design incredibile - evidenzia Russell Ralston, vicepresidente esecutivo delle attività extraveicolari per Axiom Space -. È una tuta creata per la prossima generazione e per il ritorno della Nasa sulla Luna, ed è il risultato che si ha quando si uniscono l’artigianalità rinomata di Prada a livello di materiali e la tecnologia Axiom. Vogliamo essere di ispirazione”.

Rispetto alle tute precedenti è stato fatto un lavoro accurato sulla funzionalità: “È molto più mobile - fa notare Ralsrom - abbiamo lavorato con materiali che hanno un impatto sulla mobilità in combinazione sugli altri strati”. Anche la sicurezza è migliorata: “È stato fatto un grosso passo in avanti - sottolinea - con meno ridondanza per l’hardware e un monitoraggio in tempo reale”. La tuta potrà essere indossata da una vasta gamma di astronauti, sia donne sia uomini. “È quasi su misura - assicura Ralston - per ogni singolo astronauta e abbiamo uno schema calibrato per vestire tante persone e taglie, questo è un elemento fondamentale”.

La prima idea di questo progetto tra Prada e Axiom Space è nata prima del Covid e poi si è concretizzata subito dopo la pandemia. Dal 2022, quando ha ricevuto il primo ordine per Artemis del valore di 228 milioni di dollari, Axiom Space ha beneficiato dell’accordo pubblico-privato con la Nasa per chiamare a raccolta esperti riconosciuti in vari campi e chiedere il loro apporto alla progettazione e allo sviluppo di questa tuta di nuova generazione. “Siamo partiti da considerazioni funzionali e poi abbiamo cercato di farla apparire bella - assicura Bertelli -. Talvolta le soluzioni più belle erano anche quelle più funzionali”. Una caratteristica della tuta sono le fasce rosse che ricordano molto quelle della classica livrea di Luna Rossa. “In realtà è solo una coincidenza - garantisce Bertelli -. Le fasce rosse erano presenti già nella tuta della prima missione lunare per far riconoscere gli astronauti”. La tuta potrà essere utilizzata anche per la stazione spaziale di Axiom Space e per altre missioni sulla superficie lunare e in orbita terrestre bassa. “Massimizzando la durabilità della tuta - osserva il presidente di Axiom Space, Matt Ondler - ogni singolo elemento può essere rimosso individualmente e sostituito, a differenza della tuta attuale, e può valere per tutte le missioni”.

Nel corso degli ultimi due anni, sono stati apportati continui miglioramenti in vista della missione Artemis III. La tuta AxEMU è stata sottoposta a una lunga serie di collaudi e simulazioni da parte di astronauti e ingegneri presso gli impianti all’avanguardia di Axiom Space, SpaceX e della Nasa. Ora la attendono numerose altre prove, tra cui test subacquei con equipaggio nel laboratorio Nbl e test integrati con i prototipi dell’Artemis Lunar Terrain Vehicle e la fase di verifica progettuale è prevista per il 2025. Curiosamente, la parte più difficile da realizzare sono stati gli stivali. “Quando si cammina a -100 gradi sotto zero - spiega Ralston - quello che si ha ai piedi è veramente importante. Non è stato facile riuscire in questa sfida, perché dovevamo garantire comodità e far sì che fosse funzionale a livello di sicurezza ma ce l’abbiamo fatta”.

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