Il ministro: "Al governo c'è la consapevolezza della situazione, tutte le polemiche che leggiamo non hanno senso logico"
"Alcuni progetti non si possono realizzare". Il governo italiano sta facendo un "lavoro di ricomposizione" del Pnrr, "che spesso viene descritto come non so quale rischio complessivo collegato a questo governo. E' il lavoro che questo governo ha messo in piedi in pochi mesi e che nei prossimi mesi troverà una definizione, d'intesa con la Commissione Europea". Lo dice il ministro per gli Affari Europei Raffaele Fitto, incontrando i giornalisti a Bruxelles dove si trova per incontri istituzionali.
"Timori non ce ne sono - continua - al governo c'è la consapevolezza della situazione, sulla quale stiamo lavorando, molto serenamente. Le questioni sono due: la prima riguarda gli obiettivi per la fine del 2022, per ottenere la rata dei 19 miliardi. Abbiamo concordato con la Commissione Europea una proroga e lo abbiamo fatto per poter verificare alcune questioni", che anche "la Commissione ha bisogno di verificare. Non si tratta di fare polemiche con nessuno, ma di prendere atto del fatto che sono questioni evidentemente che riguardano il precedente governo, per il semplice fatto che noi ci siamo insediati in ottobre".
"Detto questo - prosegue il ministro - il governo sta lavorando per risolvere queste questioni d'accordo con la Commissione Europea. Esiste una seconda questione, che è collegata complessivamente al piano di ripresa e resilienza, per la quale leggo che vengono fatte interpretazioni particolari: noi stiamo facendo una verifica, e la faremo con la Commissione, perché se dovesse emergere, su diversi progetti, che c'è l'impossibilità, e in alcuni casi è così, di poter realizzare alcuni progetti, che non c'entrano con gli obiettivi del 31 dicembre, ma sono generali, per un programma che ha come orizzonte il giugno 2026, lavoreremo con la Commissione Europea per trovare una soluzione, tenendo conto, come è noto, che l'Italia avrà da RepowerEu la quota a fondo perduto riveniente dall'Ets" e che "avrà una parte percentuale" dei fondi di coesione, "ma non può utilizzare a debito ulteriori risorse. Il RePowerEu deve essere definito come un capitolo aggiuntivo del Pnrr", ricorda infine.
In questo momento "sarebbe sbagliato" dare "cifre" sui progetti inclusi nel Pnrr che sono di difficile realizzazione: al contrario, è preferibile concentrarsi sul trovare "soluzioni" per superare le criticità, afferma Fitto. "Non sono abituato a dare le cifre - chiarisce, interrogato sul punto - segnalo un rischio, sul quale dobbiamo lavorare per superarlo, prendendo atto delle situazioni e verificando nello specifico laddove non è possibile trovare delle soluzioni", per quindi "trovare delle soluzioni alternative. Avventurarsi in questo momento in cifre sarebbe sbagliato", afferma.
La data prevista per il completamento del Pnrr è "giugno 2026, lo ha ribadito la Commissione più volte. E' il motivo per il quale chi si è insediato da qualche mese si pone il problema non di quello che accade al 30 giugno o a fine dicembre, ma di cosa accadrà fino al giugno del 2026. Qualcuno parla di irresponsabilità: io penso invece che dietro questo atteggiamento ci sia invece grande responsabilità e senso di rispetto delle istituzioni, per evitare di immaginare che questioni che oggettivamente sono problematiche possano scoppiare come problemi tra un paio d'anni", ricorda Fitto. "Invece - prosegue - penso che sia molto più intelligente, costruttivo e utile al nostro Paese individuare oggi le criticità e le soluzioni. E' il lavoro che stiamo facendo. Non sono preoccupato: sono sereno e convinto che il lavoro che stiamo facendo è un lavoro non semplice, molto complesso, soprattutto perché lo allineiamo, per scelta, anche alla programmazione" della politica di "coesione".
Il quadro della politica di coesione "2014-2020 - nota il ministro - certamente non è entusiasmante. Lo dico alla vigilia della programmazione 2021-27, un'altra importante programmazione che si aggiunge al Pnrr. Qui si tratta di parlare del merito delle questioni, con un approccio serio e responsabile, quello che sta facendo il governo Meloni dall'inizio, oppure di pensare che tutto possa essere buttato in polemica".
"Non so a cosa serva - prosegue il ministro - ma laddove fossimo tirati per la giacchetta sulle singole questioni, avremo la possibilità di rispondere puntualmente, non con logica polemica, ma con dati, carte, circostanze e provvedimenti". E' l'unico metodo per avere "un confronto serio, che mi auguro possa essere costruttivo", sia su quello che "è stato fatto", sia su quello che "si dovrà fare nel rapporto con la Commissione. E' quello che stiamo cercando di fare e lo facciamo seriamente. Tutte le polemiche che leggiamo non hanno senso logico. Trovo e leggo dichiarazioni surreali" rispetto a quanto detto in occasione della presentazione della relazione della Corte dei Conti, perché in quella relazione "ci sono diverse criticità che vengono rappresentate", che "trovano già una risposta importante nel decreto legge numero 13, proposto dal governo".