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Superbonus, crediti da 4 a 10 anni: in arrivo l’obbligo

Crediti del superbonus in 10 anni. In arrivo l’allungamento obbligatorio dell’utilizzo in compensazione per le spese del 2024. Diverse novità nell’emendamento del governo, atteso per oggi, al decreto n. 39/2024

Superbonus, crediti da 4 a 10 anni: in arrivo l’obbligo
10 maggio 2024 | 14.47
LETTURA: 3 minuti

L’utilizzo dei crediti del superbonus passerà da 4 a 10 anni. La strada sarà obbligatoria.

A prevederlo è una misura allo studio del governo che sarà inserita all’interno di un emendamento dall’esecutivo, in arrivo oggi, al testo del “Decreto Superbonus”.

Il cosiddetto “spalmacrediti” si applicherà a partire dall’anno di imposta in corso alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto, quindi per le agevolazioni relative a spese sostenute nel 2024.

Come chiarito dallo stesso ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, l’obiettivo del governo è quello di correggere i conti relativi al superbonus, allineando il deficit del 2025-2026 alle previsioni della NADEF 2023.

Superbonus: “spalmacrediti” obbligatorio dal 2024

Si delineano i contorni dello “spalmacrediti”, la misura che il governo intende inserire nella legge di conversione del decreto n. 39/2024 per allungare l’utilizzo in compensazione dei crediti del superbonus da 4 a 10 anni.

Lo strumento sarà inserito all’interno di un emendamento dell'esecutivo, in arrivo oggi, al testo del “Decreto Superbonus” che sta affrontando l’iter di conversione a partire dal Senato.

Al termine dei lavori della Commissione Finanze dell’8 maggio scorso, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti aveva fatto sapere che l’allungamento della fruizione dell’agevolazione non sarà una possibilità ma una strada obbligatoria.

In merito all’applicazione della norma, si esclude la retroattività: l’obbligo sarà previsto dall’anno di imposta in corso alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto. In altre parole si applicherà alle spese, relative a interventi del superbonus, sostenute nel 2024.

Il ministro Giorgetti ha sottolineato che il deficit a legislazione vigente per gli anni 2025 e 2026 è leggermente diverso dalle previsioni della NADEF 2023 per effetto anche degli oneri del superbonus.

L’emendamento avrebbe quindi anche lo scopo di riallineare i conti dell’agevolazione alle stime precedenti.

Per contro, la fruizione in 10 anni inciderà sulla liquidità delle imprese, delle banche e degli intermediari finanziari, che dovranno attendere più tempo per recuperare le somme in compensazione con modello F24.

Per l’ufficialità sulla misura si dovrà attendere la conclusione dell’iter parlamentare di approvazione della legge di conversione del decreto n. 39/2024, che dovrà concludersi entro 60 giorni a partire dal 30 marzo scorso.

Superbonus: le novità in arrivo con l’emendamento del governo

L’obbligo relativo all’utilizzo dei crediti del superbonus in 10 anni non è l’unica misura che sarà inserita nell’emendamento del governo che dovrebbe essere formalizzato entro la giornata odierna.

All’orizzonte c’è anche una nuova stretta sulla compensazione dei crediti d’imposta: verrebbe introdotto il divieto di compensare gli importi con i contributi previdenziali.

Prende forma anche il potenziamento dei controlli da parte dei Comuni, con il riconoscimento del 50 per cento degli importi riscossi in via definitiva, relativi a imposte e sanzioni.

Nuove misure interesseranno anche gli interventi da parte di enti del Terzo settore che non possono utilizzare la detrazione. Il Decreto Superbonus ha previsto il divieto di utilizzo della cessione del credito e dello sconto in fattura per i lavori successivi all’entrata in vigore.

Nell’emendamento del governo dovrebbe essere prevista la costituzione di un fondo per riconoscere a tali soggetti un sostegno diretto alla riqualificazione energetica e strutturale degli immobili. Il fondo permetterebbe di controllare “a monte” le risorse messe a disposizione.

Anche per queste misure si dovrà attendere l’ufficialità, legata all’approvazione finale della legge di conversione del decreto n. 39/2024 da parte del Parlamento.

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