La richiesta alla Commissione Ue di una nuova autorità subentrante all'Agenzia europea dell'ambiente
Istituzione di un'Autorità europea per l'ambiente subentrante all'Agenzia europea dell'ambiente o in veste di nuova autorità. È quanto richiesto oggi alla Commissione Europea da un gruppo guidato dall’europarlamentare Anna Donáth. Tale autorità avrebbe il potere di emanare decisioni amministrative vincolanti, monitorare le attività che hanno ripercussioni sull'ambiente e irrogare sanzioni in caso di inquinamento ambientale.
L’Autorità europea per l’ambiente sarebbe un’autorità ambientale centrale e indipendente dall’UE con personalità giuridica che, per il funzionamento efficace del mercato interno, accanto alle autorità nazionali per l’ambiente degli Stati membri, prenderebbe decisioni amministrative vincolanti per gli Stati membri e le persone fisiche e giuridiche, vale a dire le imprese che hanno sede legale o proprietaria nell’UE o in un paese terzo, ogniqualvolta l’impatto ambientale delle attività agricole, industriali o di servizio degli Stati membri – in qualsiasi fase di tali attività, compresa la gestione dei rifiuti.
L'Autorità europea per l'ambiente sarebbe un'autorità centrale indipendente che agirebbe di propria iniziativa o a seguito di una denuncia, e sarebbe responsabile dell'autorizzazione e della supervisione delle attività aventi un impatto ambientale transfrontaliero a livello dell'UE. In caso di inquinamento ambientale a livello dell’UE, penalizzerebbe l’inquinatore vietando l’attività inquinante, ripristinando la condizione di base, imponendo multe in proporzione all’inquinamento, e così via, in linea con il principio “chi inquina paga”.
Ciò potrebbe aiutare a impedire agli Stati membri e alle imprese di impegnarsi in attività che mettono in pericolo la vita e la salute dei cittadini dell'UE e sono dannose per l'ambiente a seguito delle decisioni delle autorità nazionali dell'ambiente degli Stati membri, che non hanno le competenze specifiche e più recenti sull'impatto ambientale delle attività industriali, agricole e di servizio complesse e, a seconda della loro struttura amministrativa, spesso prendono decisioni a livello locale o comunale.
La richiesta risponde a quanto deliberato nel trattato di Lisbona, per dare modo ai cittadini di influire sul programma di lavoro della Commissione. Poiché l’iniziativa soddisfa le condizioni formali stabilite nella legislazione pertinente, la Commissione la ritiene giuridicamente ammissibile ma, in questa fase, non l’ha ancora analizzata nel merito.
A partire da oggi, data di registrazione dell’iniziativa, gli organizzatori hanno sei mesi di tempo per avviare la raccolta delle firme. Se l’iniziativa riceverà entro un anno un milione di dichiarazioni di sostegno provenienti da almeno sette diversi Stati membri, la Commissione sarà tenuta a reagire, decidendo se intervenire o no in risposta alle richieste e giustificando la decisione.
Una volta registrata ufficialmente, consente a un milione di cittadini provenienti da almeno sette Stati membri di chiedere alla Commissione europea di proporre atti giuridici nei settori di sua competenza.