Quando il poeta scriveva all'amico Leone Piccioni per chiedere che Semproniano fosse Comune
Una "raccomandazione" particolare per una buona causa: sollecitare l'istituzione del Comune di Semproniano, in Maremma. È il contenuto di una lettera inedita del poeta e senatore a vita Mario Luzi (1914-2005), di cui il prossimo 20 ottobre ricorrono i 110 anni della nascita, al critico letterario e giornalista Leone Piccioni, figlio dell'allora segretario Dc ed ex presidente del Consiglio Attilio, inviata nell'agosto del 1960. La missiva è stata recentemente ritrovata da Nino Alfiero Petreni, collaboratore del settimanale "Toscana Oggi", tra i documenti del Centro studi "La barca" di Pienza (Siena) di cui Petreni è presidente.
Nella lettera, di cui dà notizia lo stesso Petreni sul numero di "Toscana Oggi" che esce in questi giorni, come riporta l'Adnkronos, l'allora quaranteseienne poeta, rivolgendosi all'amico - all'epoca capo dei servizi culturali unificati del Giornale Radio e del Telegiornale Rai a Roma - scrive: "Sono venuto a passare una settimana quassù sulle pendici dell'Amiata a Samprugnano che è il paese dei miei genitori" e aggiunge: "mi sono preso la briga di molestarti perché solleciti l'esplicazione della pratica" affinché il paese, allora lontana frazione di Roccalbegna, fosse elevato a comune autonomo, dando seguito a una richiesta già inoltrata dalla prefettura di Grosseto al ministero dell'Interno. Cosa che effettivamente avvenne all'inizio del 1963, con il cambio di nome in Semproniano e l'invito dei due amici alla festa che si tenne in paese. Qualche tempo dopo a Mario Luzi fu conferita la cittadinanza onoraria.