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In10 Corso Como la fotografia irriverente di Talia Chetrit

Dal 18 settembre al 17 novembre l'esposizione dell'artista statunitense negli spazi del concept store milanese

La mostra di Talia Chetrit in 10 Corso Como
La mostra di Talia Chetrit in 10 Corso Como
17 settembre 2024 | 13.44
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Autoritratti, scene familiari, nature morte e fotografia di strada. Con un tocco di irriverenza. Nella fotografia di Talia Chetrit nessun soggetto è escluso: non solo bianco e nero e colore ma linguaggi diversi si intersecano tra ironia e serietà. A raccontare il lavoro della camaleontica artista statunitense è 10 Corso Como, con 'Gut', la più ampia mostra personale sino a ora dedicata al lavoro di Chetrit, in calendario dal 18 settembre al 17 novembre negli spazi del concept store milanese. "La mostra raccoglie 27 opere di diversi periodi - spiega all'AdnKronos Alessandro Rabottini, che ha curato l'esposizione assieme ad Anna Castelli -. Ci sono sia i momenti iniziali del suo lavoro, scatti realizzati quando aveva 15/16 anni, nei quali chiedeva alle amiche di posare, sia ritratti intimi. Al centro i temi dell'autoritratto legato al corpo e moltissimi legami affettivi della sua vita familiare, il suo essere compagna, madre e figlia".

Talia Chetrit fa un uso schietto e ricco di sfumature dell'obiettivo fotografico, attingendo alla storia della fotografia mentre solleva interrogativi intorno ai temi della rappresentazione del sé, della sessualità e delle dinamiche di potere. Le sue immagini, poetiche e provocatorie, attentamente elaborate, combinano intensità emotiva e qualità compositive. Un esercizio critico su cosa significhi guardare un'immagine e su cosa si prova nel mettersi in posa per l'obiettivo, un'indagine sulle implicazioni formali del gesto di inquadrare e sulle dinamiche psicologiche che emergono quando diventiamo il soggetto dell'inquadratura.

Il titolo della mostra, 'Gut', suggerisce la molteplicità di significati che la parola evoca in inglese: oltre al significato letterale, la parola incarna metaforicamente idee di coraggio o di sfrontatezza, oppure indica una reazione emotiva viscerale o un istinto. In questo senso il titolo riflette la molteplicità di temi formali ed esistenziali che le opere contengono. In mostra l'artista riunisce opere realizzate dal 1994 al 2023: scatti recenti si affiancano a fotografie realizzate a metà degli anni Novanta, come 'Logo' (1996/2017) e 'Face #1' (1994/2017), in cui Chetrit, adolescente, ritrae le amiche d'infanzia. Un'altra opera degli esordi, Murder Picture #3 (1997/2017), raffigura un'amica mentre posa come vittima di un omicidio in quello che sembra un vagone del metrò. L'immagine mostra l'audacia e la tenerezza delle sperimentazioni giovanili di una ragazza quindicenne in grado di citare gli 'Untitled Film Stills' (1977-1980) di Cindy Sherman mentre esplora la fascinazione della società per la violenza e il voyeurismo insito nelle fotografie di cronaca nera.

Per Chetrit, ricontestualizzare foto di trent'anni fa è un tentativo di "appiattire il tempo". Il precoce interesse di Chetrit per la rappresentazione e l'auto-espressione dei soggetti femminili prosegue e si consolida in opere successive come gli autoritratti 'Untitled (Body)' del 2018 e 'Self-portrait (Mesh Layer)' del 2019. Un misto di messa in scena, esibizionismo e auto-parodia contraddistingue questi scatti dalla natura inafferrabile, in cui l'artista espone il proprio corpo seminudo. Puntando l'obiettivo su di sé, Chetrit appare nelle sembianze di un mimo improvvisato o mentre posa come musa di sé stessa.

Le relazioni famigliari hanno un ruolo centrale nella mostra, che include ritratti di ciascun membro della famiglia dell'artista: la madre in 'Mom (Ball)' del 2022 e 'Ash' (2021), il padre in 'Dad/Mesh' (2021), il compagno e il figlio insieme in 'Untitled (Family #2)' del 2021 o ritratti individualmente, come in 'Cat Boot Baby' (2021) e 'Back' (2016). Con un'ironia a tratti corrosiva, Chetrit smantella gli stereotipi famigliari, facendone emergere contraddizioni e incongruenze, usando il linguaggio della moda per stimolare una riflessione su come leggiamo le immagini. Sebbene Chetrit abbia realizzato campagne fotografiche per marchi della moda come Celine, Phoebe Philo e Acne Studios, nei suoi scatti artistici, la moda emerge in filigrana, come uno dei tanti elementi che permettono all'artista di esplorare la formazione dell'identità e delle convenzioni sociali.

Accanto a fotografie che sono tanto intime quanto provocatorie troviamo vedute urbane realizzate con l'uso di un obiettivo telescopico: qui i soggetti, ritratti da lontano, sono anonimi e sfocati mentre l'artista, contrariamente a quanto accade nel resto della sua opera, non mostra alcuna connessione emotiva con lo svolgersi degli eventi, che osserva a distanza. La mostra di 10 Corso Como invita il visitatore a scavare dentro di sé e a confrontarsi su vari temi: l'amore, l'amicizia, i legami familiari e quelli con sé stessi, in un immaginario affascinante e ricco di contraddizioni. Una riflessione, 'nuda e cruda', sulla natura sfaccettata delle relazioni umane.

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