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Il Premio "La storia in un romanzo" a Azar Nafisi

Il riconoscimento sarà consegnato il 21 settembre durante il festival Pordenonelegge

(ufficio stampa del premio)
(ufficio stampa del premio)
29 febbraio 2024 | 11.04
LETTURA: 3 minuti

Va alla scrittrice iraniana Azar Nafisi la 17/a edizione del Premio Crédit Agricole 'La storia in un romanzo', riconoscimento nato dalla collaborazione fra Fondazione Pordenonelegge.it e Link Mediafestival di Trieste, su impulso di Crédit Agricole Italia. Lo annuncia il festival Pordenonelegge, che lancia così il conto alla rovescia per la sua 25/a edizione: un traguardo particolarmente significativo per la Festa del Libro con gli Autori, in programma quest'anno dal 18 al 22 settembre.

E proprio nell'ambito della 25/a edizione Azar Nafisi riceverà il Premio sabato 21 settembre, alle ore 18, al Teatro Verdi di Pordenone. Alla cerimonia seguirà l'incontro con il pubblico intorno ai legami fra il romanzo e la storia, e sarà questa l'occasione per presentare il nuovo libro della scrittrice, "Leggere pericolosamente. Il potere sovversivo della letteratura", in uscita il 5 marzo per Adelphi.

Il Premio Crédit Agricole 'La storia in un romanzo' è stato conferito nel tempo ad Arturo Peréz-Reverte, Abraham Yehoshua, Art Spiegelman, Alessandro Baricco, Ian McEwan, Martin Amis, Umberto Eco, Emmanuel Carrère, Javier Cercas, Wole Soyinka, Robert Harris, Svetlana Aleksievič, Olga Tokarczuk, Fernando Aramburu, Jhumpa Lahiri e nel 2023 ad Annie Ernaux.

Apparso per la prima volta nel 2022, il nuovo libro di Azar Nafisi "Leggere pericolosamente" (Collana dei Casi 151, euro 20.00, pagine 222) completa un'opera avviata da "Quell'altro mondo" e proseguita con "Leggere Lolita a Teheran" e "La Repubblica dell'immaginazione", usciti presso Adelphi tra il 2004 e il 2022. Di Azar Nafisi Adelphi ha pubblicato anche "Le cose che non ho detto" (2009) e "BiBi e la voce verde" (con Sophie Benini Pietromarchi, 2006).

"In questo preciso momento i libri sono in pericolo - spiega l'autrice iraniana - Possiamo spingerci oltre dicendo che sono in pericolo l’immaginazione e le idee, e quando questo succede lo è anche la nostra realtà. Ricordate la frase: 'Quando si cominciano a bruciare i libri si finisce per bruciare anche gli uomini?' Ecco, è tempo di ricordare ciò che disse una volta Toni Morrison: 'l'arte ci prende e ci trascina in un viaggio che non ha prezzo, a testimonianza del mondo qual è e quale dovrebbe essere'".

"L'edizione 2024 - spiegano le motivazioni del Premio - va alla scrittrice Azar Nafisi per averci insegnato che quando sono in pericolo l’immaginazione e le idee è in pericolo anche la nostra stessa libertà. Da 'Leggere Lolita a Teheran' fino all'ultimo 'Leggere pericolosamente', Nafisi ha composto una sorta di autobiografia che gravita intorno al potere dei libri, capaci di essere pericolosi e sovversivi sia negli anni della rivoluzione di Khomeini in cui la catechesi islamica additava nella letteratura una delle più temibili incarnazioni del male occidentale; e sia nei difficili tempi attuali, in cui i romanzi ci possono aiutare a smascherare le tentazioni totalitarie fuori e dentro di noi, e ad accogliere l’irrequietezza e il desiderio di conoscenza".

"La collaborazione virtuosa con Pordenonelegge porta in dote un'altra grande firma della letteratura mondiale che sarà un onore accogliere e premiare durante il Festival a settembre - ha dichiarato Vittorio Ratto, vicedirettore generale di Crédit Agricole Italia - Il nome di Azar Nafisi arricchisce ulteriormente l’albo d’oro di un riconoscimento che negli anni è diventato un evento nell’evento contribuendo, con la forza dei libri, alla diffusione della cultura della libertà e del rispetto per la diversità".

Scrittrice iraniana, nativa di Teheran, all'età di tredici anni Azar Nafisi si è trasferita in Inghilterra per proseguire gli studi; si è poi laureata in Letteratura inglese e americana all'Università dell’Oklahoma. Tornata in Iran (1979), ha ottenuto la cattedra di Letteratura inglese presso un ateneo della capitale. Fra il 1981 e il 1987 è stata allontanata dalla facoltà per aver infranto le norme sul codice di vestiario imposte dalla neoformata Repubblica islamica: Azar Nafisi ha sempre rifiutato di indossare il velo, e per questo nel 1995 è stata nuovamente espulsa dall'Università di Teheran. Due anni più tardi ha lasciato l'Iran e si è trasferita stabilmente negli Stati Uniti. Ha quindi raggiunto la notorietà con "Reading Lolita in Tehran" (2003; traduzione italiana 2004), un caso letterario internazionale.

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