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Vaccini, italiani divisi: efficaci per 7 su 10 ma rischiosi per 4 su 10

I risultati di un'indagine condotta da EngageMinds Hub, Centro di ricerca dell'Università Cattolica, campus di Cremona

Vaccini, italiani divisi: efficaci per 7 su 10 ma rischiosi per 4 su 10
19 novembre 2024 | 16.43
LETTURA: 3 minuti

I vaccini, secondo 7 italiani su 10, sono efficaci nel prevenire le malattie. Per 4 italiani su 10, però, c'è poca fiducia nella loro sicurezza. Sono i risultati di un'indagine condotta da EngageMinds Hub, Centro di ricerca dell'Università Cattolica, campus di Cremona. Dall'indagine emerge che poco più di 5 italiani su 10 sono certi che le autorità pubbliche agiscano per il bene della comunità; 2 su 10 esprimono preoccupazione per la possibile insorgenza di una nuova pandemia, mentre quasi 7 su 10 ritengono che la fase peggiore sia alle spalle.

L'identikit dello scettico

Tra i più scettici rispetto alla loro efficacia, ossia 3 italiani su 10 - riporta una nota relativa al report disponibile sul sito www.engagemindshub.com - ci sono persone con un basso titolo di studio (50%) o senza un orientamento politico (42%) o che si collocano a destra (40%) e manifestano una mentalità complottista (56%).

La quota di chi ritiene i vaccini efficaci contro le malattie per cui sono stati realizzati è in lieve crescita rispetto alla precedente rilevazione (68% gennaio 2024 contro 70% novembre 2024). Cala invece di 4 punti la percentuale degli italiani che pensano che le autorità pubbliche agiscano nell'interesse della comunità (59% gennaio, 55% novembre). Al tempo stesso crescono in modo significativo le percentuali di quanti considerano la vaccinazione un'azione collettiva (72% contro 80%), che ritengono importante essere informati prima di effettuarla (74% contro 79% ), che valutano la sua utilità (67% contro 76%) nonché rischi e benefici (57% contro 73%)".

Quanti temono una nuova pandemia?

Secondo i dati dell'indagine, a quasi 5 anni dall'emergenza sanitaria da Covid, quasi 2 italiani su 10 (18%) esprimono preoccupazione per la possibile insorgenza di una nuova pandemia, mentre per quasi 7 italiani su 10 (68%) la fase peggiore è alle spalle. Solo il 16% degli intervistati si sente a rischio di contagio.

A tal proposito, i dati segnalano come ci sia stato un aumento degli italiani che, in caso di febbre, si somministrerebbero un tampone rapido fai da te (30% a gennaio, 34% a novembre) e che si metterebbero in quarantena spontanea (9% contro 22%). Rispetto alle intenzioni di vaccinazione contro Covid-19, solo il 10% vorrebbe vaccinarsi anche quest'anno. Il 69% degli italiani non ritiene necessaria un'ulteriore dose di richiamo, mentre gli indecisi si attestano sul 21%.

L'analisi del sondaggio

"L'opinione pubblica è divisa sul tema vaccinazione - dichiara Guendalina Graffigna, direttrice di EngageMinds Hub della Cattolica - Da un lato c'è chi la considera un gesto di responsabilità verso se stessi e la comunità. Dall'altro si manifesta una certa diffidenza, spesso alimentata da informazioni contrastanti e forse non chiare che possono minare la fiducia nelle istituzioni, portando alcune persone a percepire le misure preventive come non indispensabili. Dal nostro report, per esempio, si evidenzia che coloro che hanno bassi livelli di attivazione e coinvolgimento nella gestione della loro salute si mostrano meno fiduciosi verso l'utilità dei vaccini. Il 29% degli italiani percepisce la vaccinazione come un'azione preventiva non necessaria, poiché ritiene che il proprio sistema immunitario sia abbastanza forte o la malattia non viene percepita come grave".

Continuando nell'osservazione degli atteggiamenti degli italiani verso i vaccini, dalla survey viene evidenziato "che poco più di 4 italiani su 10 (42%) hanno una bassa fiducia nella loro sicurezza: tra questi, il 54% ha un basso titolo di studio, il 48% è schierato politicamente a destra e il 58% non lo è affatto. Inoltre, chi ha una bassa fiducia nella sicurezza dei vaccini ha anche bassi livelli di fiducia nella scienza (78%), nel Servizio sanitario nazionale (59%) e nelle istituzioni (52%)", si legge nell'indagine.

"Nonostante vi siano esitazione e resistenza - conclude Graffigna - i vaccini rappresentano uno strumento essenziale per contenere la diffusione dei virus e prevenire picchi di contagi che potrebbero mettere anche sotto pressione il sistema sanitario. In questo contesto, comunicare in modo chiaro e trasparente i benefici della vaccinazione rimane una sfida fondamentale per ristabilire la fiducia e garantire un’ampia adesione alle campagne vaccinali".

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