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Università Palermo interrompe accordi Erasmus con Israele, rettore: "Nessun boicottaggio"

Senato accademico approva documento di indirizzo "per venir meno garanzie di sicurezza". Ministra Bernini: "Atenei non si schierano". Midiri: "E' un'interruzione temporanea"

Logo dell'università degli Studi di Palermo
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04 giugno 2024 | 18.17
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Stop agli accordi Erasmus con gli istituti israeliani. E' la decisione del Senato accademico dell’Università degli studi di Palermo, che ha deciso di sospendere le intese "nell’ambito del programma Ka171 e Ka220-Hde" per il "venir meno delle essenziali garanzie di sicurezza a cui gli eventuali soggetti coinvolti nei partenariati di cooperazione sarebbero esposti in questo particolare e delicato momento di crisi internazionale". Per quanto riguarda il tema più ampio degli accordi con università, centri di ricerca e imprese, l’Ateneo si propone di istituire "procedure improntate alla massima trasparenza di due diligence, avviando un lavoro istruttorio per l’elaborazione di un regolamento ad hoc sul dual use, che si dovrebbe concludere entro la pausa estiva".

Accanto a queste iniziative, sono attualmente allo studio misure di supporto per il sistema educativo palestinese finalizzate a "garantire il diritto allo studio attraverso l’istituzione di corridoi umanitari e borse di studio e l’organizzazione di momenti culturali di informazione e formazione", anche in collaborazione con reti nazionali e internazionali, indirizzati non solo alla comunità universitaria ma all’intera città per "decostruire la lettura stereotipata e ideologica di scontro fra civiltà e religioni che polarizza il dibattito pubblico attuale, avvalendosi delle indicazioni, delle istanze e delle proposte che provengono dal corpo docente e dagli studenti". Le iniziative che compongono il documento di indirizzo approvato dal Senato accademico saranno presentate in un’assemblea pubblica che si terrà il prossimo 19 giugno.

Il rettore Midiri: "Nessun boicottaggio di Israele, tuteliamo sicurezza"

"Stiamo parlando del nulla. La parola 'boicottaggio' non è mai stata utilizzata nel mio Ateneo e mai lo sarà. Non c'è nessun boicottaggio di Israele, abbiamo semplicemente ufficializzato una situazione che ormai si protraeva da tempo. La nostra priorità è la salvaguardia degli studenti e dei docenti". A dirlo all'Adnkronos è Massimo Midiri, rettore dell'università di Palermo. Una decisione che oggi la ministra dell'Università, Anna Maria Bernini, ha criticato, sottolineando che gli Atenei "non si schierano" e sono "costruttori di ponti". Parole che il rettore di Unipa condivide "pienamente".

"Condivido pienamente con la ministra il concetto che l'Università debba essere un ponte di diplomazia - sottolinea Midiri - tanto è vero che il Senato accademico ha deciso di avviare sul tema un percorso di approfondimento culturale bipartisan. E' nostro dovere ascoltare tutte le voci e stiamo cercando di far dialogare fazioni opposte, un'operazione convergenza che solo in un ambiente culturale si può realizzare".

Midiri ribadisce che "non si tratta di una revoca o di un'interruzione, ma di una sospensione", uno stop di carattere temporaneo, spiega il numero uno di Unipa, legato a due ragioni. In primo luogo un dato di fatto. "Questi accordi, sia lo scambio di studenti che quello di dati e informazioni tra Università, erano fermi da tempo ormai - sottolinea -. Non abbiamo fatto altro che ufficializzare una situazione che già esisteva". Infine, garantire l'incolumità degli studenti. "L'altra ragione è legata alla sicurezza. C'è troppo fermento e l'obiettivo principale per noi resta sempre mettere in sicurezza la vita dei nostri studenti". Insomma, sottolinea il rettore Midiri, quella decisa dal Senato accademico, è un'interruzione " temporanea" e legata all'acuirsi della crisi che "speriamo nei prossimi giorni possa trovare una soluzione". "Nulla è stato interrotto definitivamente - conclude -, superata la crisi riavvieremo i contatti. E nel frattempo abbiamo avviato un percorso di approfondimento culturale bipartisan su avvenimenti che meritano un surplus di riflessione perché c'è molta ignoranza anche sulla genesi dei fatti".

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