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Tortura, rapina e deformazioni permanenti: cinque fermati a Verona

Vittima un 26enne che aveva tentato di salvare una persona in un canale alcuni giorni fa. Un sesto complice è ancora ricercato

Auto della polizia
Auto della polizia
05 giugno 2024 | 08.17
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Cinque marocchini sono stati arrestati oggi dalla polizia di Stato di Verona per tortura e rapina aggravata e lesioni personali aggravate e deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso ai danni di un 26enne. Uno dei sei è ancora ricercato.

Gli indagati sono tutti marocchini, già noti alla giustizia, senza fissa dimora e irregolari sul territorio nazionale. La vasta operazione di polizia giudiziaria, a conclusione di un’attività di indagine avviata dalla squadra mobile con la collaborazione del personale della sezione di p.g. del Compartimento Polizia Ferroviaria per Verona e il Trentino Alto Adige, ha visto in campo anche le Volanti della Questura ed equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine di Padova, oltre a personale del locale Gabinetto di Polizia Scientifica e del Reparto Cinofili di Padova.

La vittima, anche lui marocchino, si era resa protagonista, lo scorso 19 maggio, del vano tentativo di salvataggio di un ragazzo somalo finito nel canale Camuzzoni e che risulta tuttora disperso; in occasione di quel tragico evento, aveva perso la vita un giovane originario del Benin, il cui corpo era stato recuperato poche ore dopo in quelle stesse acque. Appena dieci giorni dopo il tentativo disperato di aiutare i due uomini in difficoltà, il giovane è rimasto vittima di un agguato organizzato ai suoi danni da sei suoi connazionali che lo hanno sorpreso di notte, nel sonno, nell’edificio abbandonato in cui stava dormendo: senza dargli il tempo di realizzare cosa stesse accadendo e dopo averlo reso inerme legandogli mani e piedi, si sono scagliati contro di lui con bastoni e bottiglie ferendolo gravemente, fino addirittura a provocargli una deformazione permanente al viso. Prima che il giovane riuscisse a scappare, lo hanno rapinato dello smartphone e di 400 euro.

In quel frangente, un amico della vittima, che stava facendo rientro nello stesso alloggio di fortuna, è stato intercettato dallo stesso gruppo proprio mentre si stava allontanando dopo il pestaggio: riconosciuto da loro come un conoscente dell’altro malcapitato, è stato anche lui accerchiato, aggredito e rapinato del cellulare e dei soldi che aveva con sé.

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