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Terni, sindacati di polizia contro i vigilantes privati di Bandecchi

Il sindaco ha ingaggiato una squadra di 12 autopattuglie che controlleranno dalle 22.00 alle 7.00 cimiteri, fontane, borghi, palazzi storici, monumenti

Bandecchi e il consigliere, rissa sfiorata in consiglio
Bandecchi e il consigliere, rissa sfiorata in consiglio
05 settembre 2023 | 15.50
LETTURA: 3 minuti

L'opposizione l'ha definita una 'milizia privata', ma sui suoi canali social, il controverso sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, finito recentemente al centro delle polemiche per la rissa in consiglio comunale, ha garantito che la sua squadra di vigilantes farà sì che "le proprietà del comune umbro siano luoghi più sicuri" proprio grazie alle 12 autopattuglie che controlleranno dalle 22.00 alle 7.00 cimiteri, fontane, borghi, palazzi storici, monumenti. Un servizio che il primo cittadino finanzierà con 870mila euro attraverso Unicusano, l’università telematica da lui fondata.

Il servizio di vigilanza notturna, attivo da giovedì scorso, sembra non piacere ai sindacati di polizia che, interpellati dall'Adnkronos, sottolineano, con i dovuti distinguo, come la priorità sia sopperire alle carenze di organico delle forze dell'ordine e non delegare la sicurezza delle città ai privati. "Siamo fermamente contrari a che la sicurezza pubblica sia espletata da privati in qualsiasi forma associativa", dice Giuseppe Tiani, presidente del Siap, il Sindacato Italiano Appartenenti Polizia. "E' chiaro che, come abbiamo già chiesto al governo. vadano fatti investimenti adeguati per potenziamenti di organico, di cui c'è carenza, che consentano il maggior numero di squadre di poliziotti e carabinieri in città. La sicurezza pubblica è un bene di rilievo costituzionale che solo lo stato può evadere, anche perché uomini e donne che esercitano questi servizi sono delegati all'uso della forza, che è prerogativa dello Stato centrale, anzi, dello Stato democratico", conclude Tiani.

"La scelta di Bandecchi è una risposta sbagliata ad un'esigenza giusta", gli fa eco Felice Romano, segretario nazionale del Siulp, il Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia, che dichiara: "Bandecchi, che io non conosco personalmente, con la sua squadra di vigilantes promuove un modello sbagliato, che si ispira al vecchio Far West americano, dove c'era lo sceriffo che si faceva la sua legge personale senza seguire più quella dello stato. Così, però, si mina la coesione sociale".

"In questo Paese - prosegue Romano - manca la certezza della pena e questo senso di impunità alimenta da un lato il numero dei reati, dall'altro la preoccupazione dei cittadini, che non si sentono tutelati dallo Stato. Serve intervenire a livello legislativo ma anche fare qualcosa per la carenza di organico", conclude il segretario nazionale del Siulp.

Più conciliante Stefano Paoloni, segretario generale del Sap, il Sindacato Autonomo di Polizia, che spiega: "La sicurezza deve essere garantita dagli organi preposti, tuttavia le richieste fatte dalla propria comunità possono poi portare a prendere decisioni in autonomia, come ha fatto Bandecchi. Purtroppo abbiamo una carenza notevole di organico e quindi non sempre si riesce ad assicurare tutte le esigenze del territorio. Nel caso di Terni, parlare di milizia privata mi sembra eccessivo, ma sicuramente questo tipo di sicurezza dovrà fare attenzione alle regole, nel caso ci siano dei reati in atto dovranno essere avvisati gli organi competenti. Insomma, tenendo conto di tutto, potrebbe anche essere un modello di sicurezza integrata sostenibile", conclude segretario generale del Sap. (di Chiara Capuani)

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