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Roma, maxi incendio a Monte Mario: non si esclude dolo, aperta inchiesta

Pm attendono informativa vigili del fuoco e forze di polizia. Sima: "Possibili effetti su salute abitanti"

Incendio a Roma
Incendio a Roma
01 agosto 2024 | 12.31
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La procura di Roma ha aperto un’inchiesta sul maxi incendio divampato mercoledì pomeriggio nel quadrante nord della Capitale, che si è esteso dalla zona alle spalle della città giudiziaria fino alla collina di Monte Mario.

A coordinare il fascicolo sono il procuratore capo Francesco Lo Voi e il procuratore aggiunto Giovanni Conzo.

Già ieri la procura ha effettuato un sopralluogo dove si sono sviluppate le fiamme, che hanno portato a evacuare in via precauzionale i residenti di sei palazzine. Considerata l’ampiezza della zona interessata dal rogo e la velocità di diffusione delle fiamme al momento, a quanto si apprende, non essendo ancora chiare le cause non è escluso il dolo. Ma per formulare un’ipotesi precisa i pm di piazzale Clodio attendono una prima informativa dei vigili del fuoco e delle forze di polizia.

Intanto stanno terminando le operazioni di bonifica dell'area interessata dall'incendio. Questa notte l'area verrà tenuta sotto osservazione da personale e mezzi dei vigili del fuoco.

Questa mattina si è riunito il Centro operativo comunale della Protezione civile di Roma Capitale per fare il punto sui due incendi che hanno colpito Ponte Mammolo e Monte Mario. Alla riunione erano presenti il direttore del Dipartimento della Protezione civile, Giuseppe Napolitano, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, l’assessora all’Ambiente Sabrina Alfonsi e collegati in remoto i rappresentanti dei Dipartimenti comunali interessati, della Asl, di Roma Natura, della Polizia Locale di Roma Capitale e del Tribunale di Roma.

Rispetto allo scenario di Ponte Mammolo la Asl ha constatato come le prescrizioni inserite nell’ordinanza sindacale fossero ben calibrate alla situazione, tanto che il Dipartimento Prevenzione non ha inteso inserire nuove e diverse prescrizioni rispetto a quelle già adottate, ha comunicato in una nota il Campidoglio.

Per quanto riguarda l’incendio di Monte Mario, invece, il Coc è stato più articolato. In una prima parte della riunione si è parlato del tema relativo ai fumi. Essendo l’incendio essenzialmente boschivo, non è stato considerato necessario introdurre prescrizioni particolari. Per quanto riguarda eventuali presenze tossiche nell’aria, che al momento non si rilevano, Arpa posizionerà il campionatore e la Asl Roma 1 attenderà i dati raccolti per un’eventuale decisione di impartire disposizioni diverse per salvaguardare la salute della cittadinanza.

Infine, si è parlato delle azioni necessarie per il contenimento del rischio incendi, individuando la necessità di una task force per i Parchi formata da Polizia Locale, Arpa, Roma Natura e personale della Protezione Civile, affinché possa fare una più intensa applicazione dell’ordinanza 59 di prevenzione del rischio incendi, controllando ancora più accuratamente che i privati tengano i propri fondi privi di rifiuti e conformi all’ordinanza.

Sima: "Possibili effetti su salute abitanti"

Incendi come quello scoppiato ieri nella zona di Monte Mario a Roma "possono avere effetti negativi sulla salute umana", afferma la Società italiana di medicina ambientale (Sima), che ricorda i rischi degli incendi boschivi. “Sono molti gli effetti sulla salute che possono avere gli incendi boschivi, se poi questi sono localizzati in aree densamente popolate come è accaduto a Monte Mario ieri la situazione peggiora - afferma Alessandro Miani, presidente Sima - Un albero nel corso della sua vita accumula tanta anidride carbonica, e nel momento in cui arde, la libera tutta improvvisamente, emettendo Co2 in atmosfera. Allo stesso tempo - spiega - avviene anche la liberazione di polveri come Pm2.5, Pm10, che sono altamente tossiche e che possono creare in chi respira questi fumi forti irritazioni, asma, bronchiti o peggiorare patologie pre-esistenti”.

“Assieme ad alberi e sterpaglie, poi, possono bruciare rifiuti, plastiche e altri materiali che, incendiandosi, rilasciano diossina e altre sostanze nocive per l’uomo – prosegue Miani – Per questo è necessario incrementare la prevenzione e il controllo del territorio, anche attraverso il ricorso a sensori che rilevano nei parchi o nella aree verdi la presenza di fumi o improvvise impennate di calore in modo da consentire l’immediato intervento delle autorità preposte e contenere i danni ambientali e sanitari”.

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