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Omicidio Sarah Scazzi, Michele Misseri torna libero

Finita di scontare la pena, ha lasciato il carcere alle 7 di stamattina per tornare a vivere nella villetta di Avetrana dove è stata uccisa la nipote. Strada chiusa per evitare resse

Michele Misseri - Fotogramma
Michele Misseri - Fotogramma
11 febbraio 2024 | 07.05
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Oggi, domenica 11 febbraio, Michele Misseri è tornato libero. Lo zio di Sarah Scazzi, condannato per soppressione di cadavere per aver nascosto il corpo della ragazza, ha finito di scontare la pena e in giornata ha lasciato la casa circondariale di Lecce per far ritorno ad Avetrana (Taranto), in via Deledda, la stessa dove, secondo la ricostruzione processuale, avvenne il delitto per il quale sono state condannate all'ergastolo in Cassazione, a febbraio 2017, la figlia Sabrina Misseri e la moglie Cosima Serrano.

Misseri, che non ha ancora fatto ritorno ad Avetrana, è stato scarcerato intorno alle 7 di stamattina: era accompagnato dal suo avvocato difensore, Luca La Tanza. Della pena inflitta di otto anni di carcere, più di uno è stato scomputato, soprattutto per buona condotta.

Ad Avetrana si prevede un grande afflusso di persone, soprattutto curiosi e giornalisti. Per questo il comando di Polizia locale ha firmato un'ordinanza con cui, a partire da oggi e sino a nuova disposizione, dispone la chiusura di via Deledda e delle strade limitrofe, fatta eccezione per il transito e la sosta dei residenti. Nella premessa del provvedimento si fa esplicito riferimento al ''prossimo rientro'' di Michele Misseri ''così come ampiamente diffuso sui media locali e nazionali''; pertanto, si intende ''scongiurare ingorghi veicolari nella via G. Deledda a causa di presumibili inusitati incrementi di flussi veicolari conseguenti alla ripercussione mediatica degli ultimi giorni''.

Quindi vengono interdetti il transito e la sosta, tranne a residenti e autorizzati, in via Deledda e nelle limitrofe vie Pirandello, Raffaello Sanzio, Bernini. L'ordinanza è frutto anche di un sentimento piuttosto diffuso ad Avetrana di non voler essere di nuovo al centro del tritacarne mediatico e di non vedersi più associati solo alla triste vicenda.

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