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Nobel medicina per vaccini anti Covid, Burioni: "Risposta a chi avvelena con bugie"

Da Galli a Lopalco a Pregliasco e Andreoni, il commento all'Adnkronos degli esperti sul premio assegnato oggi

Il virologo Roberto Burioni - Fotogramma
Il virologo Roberto Burioni - Fotogramma
02 ottobre 2023 | 13.07
LETTURA: 6 minuti

"La migliore risposta a chi avvelena l'opinione pubblica con pericolose bugie sui vaccini". Per il virologo Roberto Burioni, il premio Nobel per la Medicina 2023 assegnato alla scienziata ungherese Katalin Karikó - e congiuntamente allo statunitense Drew Weissman - ha questo valore, ma rappresenta anche molto altro. Prima di tutto "un esempio bellissimo per i giovani", commenta all'Adnkronos Salute l'esperto, che sui social durante la pandemia di Covid ha raccontato studi e ricerche che hanno permesso lo sviluppo dei vaccini, segnalando allo stesso tempo le fake news circolate in Rete.

Il Nobel va dunque ai 'genitori' dei vaccini a mRna che hanno arginato la minaccia mondiale Sars-CoV-2. E secondo Burioni "è il giusto riconoscimento - spiega - a una ricercatrice che con le sue scoperte ha reso possibile non solo la messa a punto del vaccino contro il Covid, ma ha aperto la strada a una nuova generazione di farmaci dei quali ora riusciamo solo a intuire le potenzialità nella cura e nella prevenzione di gravissime malattie".

Insomma Karikò e Weissman hanno cominciato a scrivere il primo capitolo di una storia scientifica rivoluzionaria che darà ancora molti altri frutti. "E' anche - osserva il docente dell'università Vita-Salute San Raffaele di Milano - un premio alla perseveranza, perché Katalin Karikò ha continuato a credere nel suo progetto anche davanti a mille difficoltà e a momenti difficilissimi dal punto di vista professionale".

Galli: "Risposta a pattume anti scienza"

"Una buona notizia il premio Nobel per la Medicina a Katalin Karikó e Drew Weissman per le scoperte che hanno portato alla messa a punto dei vaccini Covid-19 basati sull'mRna. E' una buona risposta a tutto il pattume pseudoscientifico sbandierato dai no vax". Così Massimo Galli, già direttore del reparto di Malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano, commenta all'Adnkronos Salute l'assegnazione dei Nobel.

"L'importanza di questo tipo di ricerca - aggiunge Galli - è il grande futuro che ha per lo sviluppo di ulteriori possibilità, non soltanto vaccinali ma anche di terapie antitumorali, cosa per cui queste tecniche di utilizzo dell'Rna messaggero erano state inizialmente concepite. Questa possibilità attraverso l'inoculazione di uno specifico Rna messaggero punta ad indurre le nostre cellule a produrre determinati antigeni sensibilizzando il sistema immunitario". Una ricerca che è stata ritenuta dal "comitato del Nobel talmente importante e rivoluzionaria da premiarla".

Lopalco: "Mai Nobel fu più meritato"

"Mai Nobel fu più meritato". Così all'Adnkronos Salute l'epidemiologo Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all'Università del Salento. "L'Accademia del premio Nobel - sottolinea Lopalco - ha riconosciuto l'importanza della ricerca che ha permesso oggi di usare i vaccini a mRna. Questi vaccini non solo hanno salvato milioni di vite in tutto il mondo durante la pandemia Covid19, ma apriranno molto presto possibilità finora impossibili di prevenire e curare non solo malattie infettive, ma anche malattie croniche dal cancro alle malattie neurodegenerative".

Bellantone: "Premio più che meritato"

"Un Nobel più che meritato. Lo studio sui meccanismi dell'mRna è davvero una frontiera importante nelle cure del futuro", commenta all'Adnkronos Salute il Commissario straordinario dell'Istituto superiore di Sanità Bellantone.

Queste ricerche, continua Bellantone, "in poco tempo hanno dato frutti tangibili non solo sui vaccini ma anche sulle patologie oncologiche per le quali, con centinaia di sperimentazioni in tutto il mondo, sembrano diventare un importante strumento terapeutico".

Cauda: "Senza vaccini mRna Covid devastante"

“Un giusto riconoscimento, così viene premiata la ricerca. I vaccini basati su mRna sono un’arma efficace e flessibile, non solo contro il Covid ma lo saranno anche nei confronti di altre malattie, quali influenza e malaria”. Per Roberto Cauda, direttore di Malattie infettive al Policlinico Gemelli di Roma, il premio Nobel per la Medicina è “una bellissima notizia per tutta la comunità scientifica perché premia l’impegno”.

I “vaccini – spiega Cauda all’Adnkronos Salute – oggi sono efficaci, sicuri e possono essere aggiornati. La pandemia è durata a lungo, ma senza i vaccini Covid-19 basati su mRna lo scenario sarebbe stato devastante”.

Andreoni: "Enorme passo avanti nella vaccinologia"

“È stata premiata un’innovazione tecnologica che rappresenta un enorme passo in avanti nell’ambito della vaccinologia. La tecnologia mRna permette quasi in tempo reale la formulazione di nuovi vaccini, non solo contro Covid-19”. Così all’Adnkronos Salute Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e professore di Malattie infettive all'Università Tor Vergata di Roma.

”Oggi lo tocchiamo con mano con il Covid – spiega Andreoni – ma ci sono già studi che indicano come questa tecnologia in tempi brevi verrà utilizzata direttamente non solo per le malattie infettive ma anche per altre patologie, come per esempio i tumori". Non solo. "La tecnologia mRna ha sfatato un elemento di base dei vaccini tradizionali che prevedevano l’inoculazione dell’antigene, determinando invece un’innovazione per cui è il nostro organismo a creare l’antigene stesso” conclude.

Pregliasco: "Miglior risposta a bufale"

Questo Nobel 'fast track'" ai genitori dei vaccini a mRna, e quindi all'iniezione anti-Covid, "è la miglior risposta a tante bufale" su farmaci che "non sono usciti fuori dal cappello di un prestigiatore, bensì da lunghi anni di studio". Così all'Adnkronos Salute Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università Statale di Milano.

"L'arrivo così rapido dei vaccini Covid-19 - sottolinea l'esperto - è stato possibile grazie a un enorme impegno economico a livello mondiale, degli Stati Uniti, dell'Europa. A interventi che hanno permesso di 'industrializzare' il frutto di ricerche partite però anni e anni prima. Credo dunque che assegnare in tempi veloci un Nobel agli scienziati pionieri di questi studi possa aiutare a far capire che i vaccini a mRna sono il risultato di studi consolidati, hanno meccanismi d'azione ben conosciuti e non sono stati messi sul mercato in pochi giorni senza controllare come agiscono. Arrivano da una serie di ricerche che erano in corso da decenni su altri fronti e che poi, in qualche modo 'grazie' alla pandemia di Sars-CoV-2, hanno ricevuto la spinta che ha permesso di lanciarli e somministrarli rapidamente".

"Ben venga questo Nobel", aggiunge il direttore sanitario dell'Irccs ospedale Galeazzi-Sant'Ambrogio di Milano, anche come "messaggio per ricordare che Covid è fra noi e che il richiamo vaccinale deve diventare un'abitudine per le persone fragili e a rischio. E' l'unico modo per continuare a garantire questa nuova normalità che ci siamo guadagnati".

Vaia: "Innovazione che ha sconfitto oscurantismo lockdown"

“Va riaffermato che da un parte c’è l'oscurantismo e dall’altra l'innovazione, il vaccino a mRna ci ha fatto superare la logica del lockdown e dell’isolamento. È stata l’innovazione che ha sconfitto l’oscurantismo, guardiamo la Cina dove hanno chiuso tutto mentre noi abbiamo vaccinato”,ha detto il direttore della Prevenzione del ministero della Salute Francesco Vaia, a margine della presentazione a Roma della campagna FrecciaRosa.

Sulle polemiche dei no-vax che questo riconoscimento potrebbe scatenare, Vaia è netto: “Sono posizioni residuali e minoritarie”. In conclusione il direttore della Prevenzione ricorda anche come questa tecnologia a mRna “avrà ancora bisogna di grandi investimenti nella genomica e nella genetica, ma il vaccino a mRna, utilizzato nella campagna vaccinale, può essere uno strumento strategico per combattere anche i tumori”.

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