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Naufragio migranti, polemiche sui soccorsi: ecco relazione della Capitaneria

La relazione della Capitaneria di porto di Crotone allegata agli atti dell'inchiesta

Naufragio migranti, polemiche sui soccorsi: ecco relazione della Capitaneria
01 marzo 2023 | 14.30
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"Alle ore 04.37 tramite 1530, si riceveva segnalazione riguardo la presenza di una barca a circa 40 metri dalla foce del fiume Tacina su un fondale presumibilmente sabbioso e con profondità di circa 3 metri. Alle 04.55 ci ricontattava il segnalante riferendo che le persone si stavano tuffando in acqua e stavano nuotando verso riva, evidenziava, inoltre, la presenza di probabili cadaveri e che la barca di era distrutta". Inizia così la relazione della Capitaneria di porto di Crotone allegata agli atti dell'inchiesta della Procura di Crotone sul naufragio di domenica mattina nelle acque di Steccato di Cutro, in Calabria. Al momento sono 66 i corpi rinvenuti ma le persone disperse sarebbero decine. "Alle ore 05.35 - prosegue la relazione - la prima pattuglia di terra G.C., giunta sul posto, riferiva di numerose persone in stato di ipotermia in spiaggia, trascinate a riva dalla risacca così come alcuni cadaveri". "La motovedetta CP 321, intervenuta da Crotone, iniziava attività di ricerca e soccorso al largo".

Non si placano le polemiche sulla macchina dei soccorsi. Soprattutto su quel 'buco' di circa sei ore, tra le 22.30 di sabato 25 febbraio, quando è stato avvistato il barcone dall'aereo di Frontex, alle 4.10 del mattino, quando è arrivata una telefonata con richiesta di aiuto dalla barca al numero di emergenza 112. L'inchiesta della magistratura sull'ennesima tragedia dei migranti potrebbe approfondire anche questo aspetto, come ha spiegato il Procuratore Giuseppe Capoccia. "Se necessario non mi sottrarrò" alle indagini, ha detto ieri il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, relazionando in Senato. "Non ho alcun motivo per credere a errori o sottovalutazioni perché so come operano i nostri soccorritori".

Sono tre i presunti scafisti arrestati dalle forze dell'ordine con l'accusa di avere condotto il barcone dalla Turchia in Italia in condizioni meteo-marine di pericolo. Si tratta di un cittadino turco e due pakistani che avrebbero chiesto 8mila euro a testa per il viaggio.

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