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Naufragio migranti, ecco la relazione della Guardia costiera

Larelazione, visionata dall'Adnkronos, sarà acquisita dalla Procura di Crotone

Naufragio migranti, ecco la relazione della Guardia costiera
03 marzo 2023 | 17.57
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(dall'inviata Elvira Terranova) - "Ev. Imm. 533/2023". Ecco il nome in codice assegnato dalla Centrale operativa del Centro di coordinamento per il salvataggio in mare (MRCC) di Roma a quello che la Guardia costiera definisce "evento", cioè la segnalazione della barca 'Summer Love', con a bordo almeno 180 migranti che si stava dirigendo verso le coste dello Ionio. E che poche ore dopo si sarebbe schiantata contro una secca, spezzandosi in più parti e provocando la morte di almeno 68 persone. E' la relazione, visionata dall'Adnkronos, che sarà acquisita dalla Procura di Crotone e che verrà inserita nel fascicolo conoscitivo aperto ieri dal Procuratore capo Giuseppe Capoccia. Un fascicolo senza ipotesi di reato né indagati. Al momento.

Nella relazione c'è il racconto, minuto per minuto, di quanto accaduto la notte tra il 25 e il 26 febbraio scorsi davanti alle coste di Cutro, nel crotonese. "Ore 23.37. La Guardia di Finanza di Vibo Valentia contattava la Capitaneria di Porto di Reggio Calabria chiedendo se fossero a conoscenza della segnalazione dell'Eagle 1 precisando che si trattava di un'attività di Polizia che stava seguendo la Gdf, la stessa precisava altresì che c'era una loro unità in mare (V5006), uscita da Crotone e pianificata sino alle ore 6 che avrebbe atteso l'arrivo del target. Mrsc Reggio Calabria manifestava la disponibilità ad avvisare Roccella e Crotone (sorgitori della Cp 321 e Cp 326) ma al telefono Roan Gdf precisava che per il momento "l'attività viene gestita" dalla Gdf".

"Ore 23.39 - si legge ancora nella relazione - Mrsc Reggio Calabria (cioè il Centro di soccorso ndr) riportava a Mrcc di Roma che erano state allertate le vedette Cp 321 (su Crotone) e Cp 326 (su Roccella) e veniva riferito che la Gdf aveva fatto sapere: di avere classificato l'operazione con 'attività di Polizia Marittima', che in mare c'era la V5006 pianificata fino alle 6 dell'indomani e che avrebbe atteso l'imbarcazione 'sotto costa', condizioni meteo marine permettendo". Quindi la parola chiava è "attività di polizia". Non attività di soccorso. Ecco dove il meccanismo dei soccorsi si è inceppato. E su cui la Procura vorrà fare luce.

'Le imbarcazioni della Gdf non battevano nulla al radar'

"Ore 3.48 - prosegue la relazione di servizio della Guardia costiera - Roan Gdf contattava Mrsc di Reggio Calabria per informare che la V5006 e il P/V Barbarisi (di cui si apprendeva solo in quel momento la presenza in attività operative in mare) stavano facendo rientro per le condizioni meteo avverse. Veniva precisato che in quel momento le imbarcazioni della Guardia di Finanza non battevano nulla al radar e che, alla domanda se ci fossero assetti in attività della Guardia costiera, veniva sottolineato che al momento non vi erano unità in attività operativa, ma che sarebbero state impiegate in caso di richieste di soccorso. Entrambi gli interlocutori, Roan Gdf e Mrsc di Reggio, concordavano circa la mancanza di elementi d criticità, in considerazione del fatto che l'unità era in assetto che a bordo era visibile solo una persona e che l'ultima posizione nota era a circa 40 miglia dalla costa". Dunque, come si legge nella relazione, non risultavano "elementi di criticità". Tutto questo pochi minuti prima dello schianto mortale sulla secca.

"Ore 4.06 Mrsc Reggio Calabria informava via Whatsapp l'ufficiale di servizio di Mrcc che il Roan Gdf aveva riferito che le unità della Gdf in mare avevano fatto rientro in porto a causa della condizioni meteo avverse". Le imbarcazioni delle Fiamme gialle hanno dovuto fare ritorno in porto perché il mare era troppo agitato. In quegli stessi istanti, una persona ha chiamato il 112 da un telefono internazionale per chiedere 'aiuto' perché la barca stava affondando. Una telefonata arrivata alle 4.10 ai Carabinieri di Crotone. Il telefono è stato localizzato in località 'Le Castella'. I Carabinieri del Nucleo operativo e Radiomobile di Crotone, guidati dal tenente Andrea Stallone, prendono la telefonata, localizzano il posto e si recano di corsa sul posto. ma i due carabinieri che arrivano a Steccato di Cutro vedono solo decine di cadaveri galleggiare tra le onde alte e qualche migrante che vaga sulla spiaggia piangendo. Il resto è storia.

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