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Incendio Milano, richieste di denaro e ipotesi dolosa: le indagini, cosa sappiamo

Moventi e iter dell'incendio in cui sono morti tre ragazzi di 18, 19 e 24 anni

Il procuratore di Milano Marcello Viola sul luogo dell'incendio
Il procuratore di Milano Marcello Viola sul luogo dell'incendio
13 settembre 2024 | 18.11
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Tre ragazzi, di età comprese tra i 18 e i 24 anni, e un cane sono morti in un incendio scoppiato in un negozio in via Cantoni, zona Quarto Oggiaro, a Milano. Sono in corso le indagini del Nucleo investigativo antincendio dei vigili del fuoco e dei carabinieri per capire cosa abbia causato le fiamme, ma non si esclude che possa essersi trattato di un incendio doloso. Il fascicolo è stato affidato alla pm Marina Petruzzella.

La ricostruzione dei Vigili del Fuoco

Il negozio di via Ermenegildo Cantoni, nella periferia nord-ovest di Milano, era un emporio cinese con uno show room di due piani e una superficie di 600-700 metri quadrati. "All’interno c'è oggettistica varia, ma il più è andato distrutto", racconta l'ingegnere dei vigili del fuoco Paolo Cugliari. Chi ha avuto accesso all'interno spiega che "la parte più colpita dal fuoco è quella più vicina all'ingresso, tanto che il calore ha danneggiato la struttura, mentre i muri in fondo al grande depositi di mobili e altri oggetti d'arredo risultano poco annerite".

Le fiamme dovrebbero essere state appiccate all'esterno e i fumi e il calore avrebbero asfissiato i tre ragazzi. Claudio De Maio, ispettore ingegnere del nucleo investigativo antincendi dei vigili del fuoco della Lombardia, ha dichiarato che è stato "un incendio generalizzato, che ha raggiunto il flashover - vale a dire si è propagato rapidamente in maniera uniforme - con fiamme importanti e un grosso cimento termico, che ha insistito anche sulla struttura. Questo ha portato a un danneggiamento importante di reti e dei locali, con l'emissione di fumo, fuliggine e gas tossici".

De Maio ha fatto oggi, insieme al comando dei vigili del fuoco di Milano e alla polizia giudiziaria, "un sopralluogo preliminare, mirato ad andare ad approfondire la dinamica dell'incendio, la ricostruzione della semiotica dei luoghi e a vedere quali sono le strade percorribili per andare poi in un successivo sopralluogo ad approfondirle e vedere presumibilmente le cause dell'incendio stesso".

Quanto al punto d'innesco, non è possibile al momento stabilirlo con esattezza, ma è presumibile che si trovi vicino all'ingresso dello show room. "Attualmente - dice De Maio - non siamo ancora in grado di definire da questo primo sopralluogo cosa è stato l'innesco e il punto esatto del principio dell'incendio. Possiamo dire che è nella parte anteriore dove abbiamo trovato i danni maggiori, ma con successivi sopralluoghi e successive indagini verrà fatto un approfondimento".

Le "fiamme importanti" potrebbero essere divampate in pochi minuti, senza dare scampo alle tre vittime, trovate nell'interno del locale, nella parte opposta rispetto a quella dell'ingresso. Un tentativo di scappare dalle fiamme, che non le ha però protette dal fumo. "Una volta iniziato, l'incendio ha seguito una curva nominale tipica dei materiali combustibili. Questo ovviamente è da ricondurre alla tipologia di materiale, che poi sarà oggetto di ulteriori approfondimenti", spiega De Maio. Nello showroom erano esposti mobili e altri oggetti di arredo, distrutti dal rogo. È possibile che si trattasse di materiale plastico, che potrebbe aver contribuito a far propagare le fiamme.

Escluso invece che l'incendio possa essere partito dalle due bombole di gas trovate all'interno. "Allo stato attuale sono state trovate delle bombole di Gpl ma erano entrambe già fredde e non danneggiate dall'incendio", chiarisce l'ispettore.

Le vittime vivevano nel locale?

Nel locale c'erano anche dei letti, probabilmente usati dalle vittime per la notte, dal momento che il più piccolo dei ragazzi è stato trovato proprio lì. Il titolare era un parente delle vittime: tra i punti da chiarire è sei ragazzi vivessero nel magazzino in pianta 'stabile' oppure se fosse li da pochi giorni.

Il possibile movente di un incendio doloso

Tra le ipotesi c'è quella che il titolare del negozio ricevesse minacce con richieste di denaro, soldi pretesi non si sa a che titolo, nonostante non risulti nessuna denuncia formale.

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