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Giacomo Bozzoli trasferito nel carcere di Bollate: "Testimone austriaco mi scagiona"

Diffusi dagli inquirenti i video dell'arresto

Giacomo Bozzoli - Fotogramma
Giacomo Bozzoli - Fotogramma
12 luglio 2024 | 13.38
LETTURA: 2 minuti

 Un testimone austriaco scagionerebbe Giacomo Bozzoli dall'accusa di aver ucciso lo zio Mario gettandolo nel forno della fonderia di famiglia a Marcheno l'8 ottobre del 2015, omicidio per cui è stato condannato in via definitiva all'ergastolo. Lo ha sostenuto nelle fasi concitate della cattura lo stesso 39enne che continua a dirsi innocente. Una presunta svolta che Bozzoli ha messo nero su bianco in una lettera che dice di aver inviato al procuratore di Brescia Francesco Prete, al procuratore generale Guido Rispoli e al presidente della prima sezione penale Roberto Spanò, il primo giudice che lo ha condannato, ma nessuno l'ha ancora ricevuta.

La procura di Brescia ha chiesto il trasferimento, dal carcere di Brescia a quello milanese di Bollate, per Giacomo Bozzoli. La decisione è stata presa per il timore che il 39enne possa compiere atti autolesionistici. In serata l'uomo, che si è sottratto per 11 giorni alla cattura, è stato portato in quella che è considerata una struttura 'modello'.

La prossima settimana Giacomo Bozzoli potrebbe essere sentito dai magistrati di Brescia per capire gli ultimi spostamenti. "Non c'è ancora una data, lunedì valutiamo" fanno sapere fonti qualificate che descrivono come un uomo "confuso" l'ex imprenditore. "E' tornato per vedere il figlio, la molla è stato lui" aggiunge l'inquirente spiegando che dal punto di vista economico - Bozzoli aveva con sé un borsello con 50mila euro - la fuga sarebbe potuta proseguire ancora.

I carabinieri lo hanno trovato e arrestato ieri, dopo 11 giorni di latitanza, nella sua villa di Soiano al Lago, sulla sponda bresciana del Lago di Garda. L'uomo era stato localizzato già dalle prime ore di ieri, poi alle 17.45 la svolta: i militari, durante una perquisizione in casa, lo hanno trovato nascosto all'interno del cassettone di un letto matrimoniale. Con sé il 39enne aveva contanti pari a 50mila euro; gli investigatori sono al lavoro per capire se quella somma serviva per proseguire la latitanza. Al momento, secondo gli inquirenti, di sicuro c'è che Bozzoli non aveva alcuna intenzione di costituirsi. Per questo le indagini della procura cercheranno di fare luce e ricostruire tutti i suoi movimenti, accertando anche eventuali complicità nell'organizzazione della fuga.

Nel frattempo sono stati diffusi dei VIDEO che documentano alcune fasi delle operazioni dei carabinieri di Brescia nella villa dell'imprenditore, immediatamente dopo l'arresto.

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