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Paziente muore per farmaco errato, un milione di euro ai familiari

All'uomo, allergico a un noto antibiotico, è stato somministrato un altro medicinale che avrebbe avuto la stessa classe farmacologica del primo

Un ospedale, immagine di repertorio (Rf)
Un ospedale, immagine di repertorio (123Rf)
19 giugno 2024 | 18.01
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Il Tribunale dell'Aquila ha riconosciuto un risarcimento di oltre 1 milione di euro a una madre e alle sue due figlie per la perdita del padre. Attilio Roscetti, il 17 aprile 2016, si era presentato all'ospedale San Salvatore del capoluogo abruzzese con una insufficienza respiratoria. Ricoverato per ulteriori accertamenti diagnostici, era stata annotata in cartella l'allergia, immediatamente riferita, a un noto antibiotico. Alla vittima è stato quindi somministrato un altro medicinale che, però, secondo quanto rappresentato dalla difesa delle persone offese, avrebbe la stessa classe farmacologica del primo. Da lì una crisi convulsiva e un successivo arresto cardiorespiratorio per cui l'uomo è stato trasferito nel reparto di rianimazione dello stesso ospedale. Durante la degenza il quadro clinico è peggiorato progressivamente, anche a causa di un danno encefalico successivamente insorto, fino al momento del suo decesso, il 7 luglio 2016.

"Nel corso del complesso giudizio è stata disposta una consulenza tecnica d'ufficio che, oltre a evidenziare la lacunosità con cui la cartella clinica era stata tenuta dai sanitari, ha messo in rilievo come dopo l'arresto siano stati somministrati antibiotici appartenenti alla stessa classe farmacologica di quelli già in precedenza alla radice di reazioni allergiche - spiega all'Adnkronos l'avvocato Mario Cicchetti, che assiste la vedova e le due figlie insieme al medico legale Francesco Nobili -. Il Tribunale ha ritenuto censurabile la condotta dei sanitari che ebbero in cura la vittima, sia relativamente alla gestione dell'epilessia, insorta dopo la somministrazione del farmaco, sia nella mancata tempestività nell'affrontare l’arresto cardiaco".

Il Giudice del Tribunale Aquilano, Baldovino De Sensi, ha ritenuto condivisibili le conclusioni alle quali è giunto il collegio peritale secondo il quale, si legge nella sentenza, "un approccio complessivo di cura più adeguato nei termini illustrati avrebbe consentito al paziente di contrastare al meglio la fase critica del 18 aprile". "Non posso che esprimere la mia massima soddisfazione per il risultato ottenuto che rende giustizia a una moglie e a due giovanissime figlie per la perdita del loro affetto più caro - dice ancora Cicchetti -. Il Tribunale ha infatti riconosciuto la responsabilità professionale della struttura sanitaria per la morte di Attilio Roscetti e condannato l’Azienda Sanitaria Locale 1 Avezzano – Sulmona – L'Aquila al pagamento in favore delle eredi di più di 1 milione di euro la quale ha provveduto, soltanto nei giorni scorsi, al pagamento". (di Silvia Mancinelli)

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