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Covid e influenza, vaccinazione a singhiozzo: Regioni in ordine sparso

C'è chi ha già cominciato come Lazio, Lombardia e Liguria e chi sta scaldando i motori, Piemonte, Emilia R. e Veneto

Fiala di vaccino - (Afp)
Fiala di vaccino - (Afp)
16 ottobre 2023 | 17.37
LETTURA: 6 minuti

Scordiamoci la partenza a razzo delle vaccinazioni anti-Covid 2023-2024, i numeri sempre alti e in crescita che avevamo conosciuto con il generale Figliuolo. A tre anni dalla pandemia è cambiato tutto e anche la macchina delle vaccinazioni contro Sars-CoV-2 è oggi meno fluida, in più c'è una reazione tiepida degli italiani alla nuova campagna vaccinale, che abbina il Covid all'influenza. Così le Regioni, pur avendo avuto la circolare 'ad hoc' sulle vaccinazioni che raccomanda la somministrazione della dose di richiamo "alle persone anziane over 60 e con elevata fragilità" e punta a "proteggere le donne in gravidanza e gli operatori sanitari", sono partite a singhiozzo e in ordine sparso. Si è atteso l'arrivo dei vaccini anti-Covid aggiornati a fine settembre, ma il meteo estivo per i primi quindici giorni di ottobre non ha aiutato ad accelerare in vista della stagione invernale.

La Lombardia, il Lazio, Liguria e la Toscana sono partite. Quest'ultima però ha previsto da oggi l'anti-Covid dai medici di famiglia e dai pediatri. Il Piemonte e l'Emilia Romagna partono oggi e il Veneto inizia sempre oggi con antinfluenzale e a fine ottobre con l'anti-Covid. Le Marche sono partite da pochi giorni. Il Friuli Venezia-Giulia comincia oggi con la somministrazione contemporanea dell'antinfluenzale e anti-Covid. In Veneto "la campagna vaccinale Covid-19 partirà con gradualità in base alle dosi fornite dal ministero della Salute che ha previsto un totale di 700.000 dosi per la Regione del Veneto secondo la consegna prevista a scaglioni settimanali", così la Regione sul proprio sito. In Campania è già possibile sottoporsi alla vaccinazione contro le nuove varianti del Covid-19. La Puglia è partita l'11 ottobre per la vaccinazione contro le nuove varianti del Covid-19.

Si sta aspettando invece, dovrebbero mancare pochi giorni - apprende l'Adnkronos Salute - la migrazione della struttura commissariale, quella guidata nei mesi caldi della pandemia dal generale Figliuolo, al ministero della Salute. Un passaggio complesso per la mole di dati e di informazioni che però alla fine dovrebbe far tornare attiva anche la 'dashboard' con i dati della campagna nazionale anti-Covid, oggi non aggiornata. "La sensazione da qui ai prossimi mesi" quando la campagna di immunizzazione entrerà nel cuore "non è buona, c'è la famosa 'fatigue' vaccinale negli italiani, c'è una stanchezza rispetto a questo tema", avverte Carlo Signorelli, presidente del National Immunization Technical Advisory Group (Nitag), il gruppo tecnico nazionale sulle vaccinazioni, istituito presso il ministero della Salute.

Su quanto stanno facendo le Regioni per la campagna vaccinale anti-Covid, Signorelli chiarisce che "le circolari del ministero della Salute con le categorie raccomandate a cui somministrare il vaccino delineano nei tratti fondamentali la campagna, ma l'aspetto organizzativo è demandato in autonomia alle Regioni. Sono loro che si occupano della parte operativa perché non tutte le realtà sono uguali. Quindi non mi stupisce - continua - che ci siano differenze nella tempistica della partenza".

Sul perché al momento le persone che dovrebbero fare l'anti-Covid non 'corrono' a vaccinarsi, il presidente del Nitag risponde che "non c'è l'adesione che vorremmo, anche il caldo a ottobre non aiutato, ma questo è normale ed era anche atteso". Secondo Signorelli, però, va ribadito che "oggi ci sono 4 vaccini che gli anziani e i fragili dovrebbero prendere in considerazione: antinfluenzale, anti-Covid, anti-Zoster e pneumococco. I medici di famiglia devono aiutarci, molti lo fanno, a far capire l'importanza di questi vaccini".

I numeri della Lombardia

In Lombardia si era aperta con il 'vax-day' dell'1 ottobre la campagna vaccinale contro l'influenza e contro Covid. A 15 giorni di distanza da quella giornata inaugurale, sono 97.361 i lombardi che hanno scelto di immunizzarsi contro i virus stagionali e 6.698 quelli che hanno fatto il richiamo per Covid-19: 14 volte meno rispetto a chi si è fatto somministrare l'antinfluenzale. Addirittura nella fascia dai 60 anni in su, per la quale per esempio sarebbe raccomandata la doppia vaccinazione, sono 58.846 quelli che hanno fatto l'antinfluenzale e solo 2.507 quelli che hanno fatto l'anti-Covid.

I dati mostrano un andamento in crescita per il vaccino contro l'influenza e numeri superiori rispetto al 2022. Considerando infatti un primo bilancio aggiornato al 16 ottobre, le persone che hanno fatto l'iniezione-scudo contro i virus stagionali sono 10.669 in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (quando erano 86.692). Mentre per il richiamo anti-Covid la situazione è inversa: il dato è molto più basso, e l'andamento molto più piatto. Alla stessa data del 2022 le persone coperte erano infatti 102.663, quindi quest'anno se ne contano quasi 96mila in meno (95.965).

Chi si vaccina contro l'influenza? Il 60% dei lombardi che hanno già risposto alla chiamata della campagna autunno-inverno sono over 60, il 12% persone a rischio per patologia, solo il 6% medici e personale sanitario. Si conta poi un 8% di bambini di età compresa fra 6 mesi e 6 anni (oltre 7.400 piccoli), mentre un 5% è rappresentato da ospiti di Rsa e strutture semi-residenziali, 3% sono ragazzi dai 7 ai 18 anni. Le quote di familiari e contatti di persone a rischio, insegnanti e operatori del settore scuola, e donne in gravidanza valgono rispettivamente l'1%. Il 79% di questi vaccini sono stati somministrati da medici di medicina generale.

Per quanto riguarda il vaccino anti-Covid, operatori sanitari e over 60 rappresentano rispettivamente il 37% del totale degli immunizzati finora (circa 2.500 persone per ciascun gruppo). C'è poi un 10% rappresentato da persone vulnerabili per patologie pre-esistenti; un 6% che sono ospiti di Rsa e altre strutture; 6% under 60; 2% operatori scolastici, 1% persone che prestano altre attività lavorative a rischio contagio, e 1% conviventi di persone ad alto rischio per Covid. La fascia d'età che finora ha aderito maggiormente alla campagna contro Sars-CoV-2 è quella dei 60-69enni che rappresentano il 27% delle persone coperte finora.

I numeri del Lazio

Sono 78.548 le vaccinazioni antinfluenzali e 965 quelle contro Covid-19 effettuate nel Lazio appena prima della mezzanotte di ieri. Questi i dati aggiornati della Regione - raccolti dall'Adnkronos Salute - sull'andamento della campagna vaccinale, partita il 2 ottobre contro entrambe le infezioni.

Per l'immunizzazione da Sars-Cov-2, somministrata prevalentemente dai servizi aziendali (918 contro 47 dai medici di famiglia), le prenotazioni erano, a ieri sera, 1.406. E da oggi comincia la seconda fase della campagna anti-Covid con la somministrazione delle dosi ai cittadini over 80 e le persone fragili. Nella prima fase è stata data priorità agli operatori sanitari e sociosanitari di Asl, aziende ospedaliere, policlinici universitari, Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico e, naturalmente, al personale e ai pazienti delle residenze sanitarie assistenziali e delle strutture sociosanitarie e socioassistenziali (case di riposo e strutture riabilitative). La terza fase della vaccinazione anti Covid-19 comincerà, invece, il 30 ottobre, quando potranno vaccinarsi anche le altre fasce della popolazione. La somministrazione sarà possibile da novembre anche nelle farmacie, consigliata ai familiari, ai conviventi e ai caregiver di persone con gravi fragilità.

Per quanto riguarda invece la vaccinazione antinfluenzale la maggior parte delle dosi (73.595) sono state somministrate dai medici di famiglia, 2.776 dai pediatri di libera scelta, 1.933 dai servizi aziendali, 244 dalle farmacie.

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