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Caos procure, processo corruzione: Palamara chiede ricusazione giudici

La difesa dell'ex magistrato: "Con giudici iscritti Anm no imparzialita’ decisione costituzione"

Caos procure, processo corruzione: Palamara chiede ricusazione giudici
15 marzo 2022 | 12.17
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(dall’inviata Assunta Cassiano) Luca Palamara ha chiesto di ricusare i giudici del processo in cui è imputato per corruzione per l’esercizio delle funzioni. Nella scorsa udienza era stata formalizzata la richiesta di costituzione di parte civile da parte dell’Associazione Nazionale Magistrati e ora con un’istanza, depositata ieri presso la corte di Appello di Perugia, i difensori dell’ex magistrato, gli avvocati Benedetto Buratti e Roberto Rampioni, chiedono la ricusazione dei giudici sottolineando come “e’ di solare evidenza che l’appartenenza” all’Anm “fa venir meno i requisiti di imparzialità, indipendenza e terzietà, sostanziale come apparente, del Collegio competente a decidere sulla ammissibilità e fondatezza della pretesa risarcitoria dell’Anm”.

Nel documento chiedendo la ricusazione dei giudici Carla Maria Giangamboni e Serena Ciliberto “al fine di garantire i principi del giusto processo e della imparzialità e terzietà del giudice” Palamara e la sua difesa evidenziano come “mai hanno inteso mettere in discussione la correttezza e la lealtà del comportamento posto in essere dal Collegio giudicante dei quali anzi in questa sede deve essere rimarcato il coraggio nell’individuare esso stesso profili di astensione”.

Nella richiesta di astensione si riporta infatti come il 21 gennaio 2022, Carla Maria Giangamboni, quale presidente del I Collegio penale, davanti al quale pende il procedimento, in risposta alla nota della difesa di Palamara “ rilevava ‘di aver già autorizzato per iscritto l’Anm a comunicare i dati richiesti ai fini difensivi, con riferimento agli attuali componenti del collegio giudicante. In ogni caso, per quanto di occorrenza, conferma, unitamente alla collega Serena Ciliberto di essere iscritta, alla data del 15 novembre 2021 e ad oggi, all’Associazione Nazionale Magistrati’” e che a seguito dell’invito all’astensione formulatodalla difesa di Palamara, “i componenti del collegio giudicante, con estrema lealtà e coerenza, hanno loro stessi formulato richiesta di astensione al Presidente del Tribunale”. Richiesta di astensione rigettata dal presidente del Tribunale.

Riguardo la richiesta risarcitoria “anche dei danni morali, formulata dall’Anm” la difesa di Palamara sottolinea come “oltre ad essere un assoluto inedito nel panorama giudiziario, ad esempio nessuna costituzione di parte civile risulta annunciata dalla stessa Anm nei confronti del dottor Davigo nell’ambito del procedimento penale pendente nei suoi confronti a Brescia appare fondata su quegli stessi presupposti di critica all’operato del dottor Palamara nell’esercizio delle proprie prerogative di membro dell’Anm”.

Nell’istanza di richiesta di ricusazione i difensori evidenziano “l’asimmetria del provvedimento del Presidente del Tribunale di Perugia di rigetto della richiesta di astensione con la precedente decisione sul dottor Narducci” rilevando che in quel caso “il Presidente del Tribunale di Perugia abbia ravvisato i gravi motivi di convenienza per autorizzare l’astensione di quel giudice sulla base dell’attività politico giudiziaria di questi. Circostanza obiettivamente di minor rilievo se paragonata al caso di specie ove il giudice è chiamato a pronunciarsi sulla pretesa risarcitoria dell’associazione di cui fa parte in maniera organica ed attiva”.

Insieme all’ex pm, radiato dalla magistratura, nel processo che si e’ aperto lo scorso 15 novembre e’ a giudizio per concorso nel reato di corruzione per l’esercizio delle funzioni anche la sua amica Adele Attisani. Al processo si e’ arrivati dopo che lo scorso 23 luglio il gup di Perugia Piercarlo Frabotta aveva disposto per l’ex consigliere del Csm il rinvio a giudizio nel filone principale dell’inchiesta perugina per corruzione dopo un’udienza preliminare durata 8 mesi, accogliendo, inoltre, la richiesta di patteggiamento a un anno a sei mesi per l’altro imputato l’imprenditore Fabrizio Centofanti, che a giugno aveva reso dichiarazioni spontanee ai magistrati della procura di Perugia.

Secondo l’atto di accusa “in concorso tra loro, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, agendo Adele Attisani quale istigatrice delle condotte delittuose e beneficiaria, altresì ed in parte, delle utilità ricevute, Luca Palamara, prima quale sostituto procuratore presso la Procura della Repubblica di Roma ed esponente di spicco dell'Associazione Nazionale magistrati fino al 24 settembre 2014, successivamente quale componente del Consiglio Superiore della Magistratura e magistrato fuori ruolo - si legge nel capo di imputazione formulato dai pm di Perugia Mario Formisano e Gemma Miliani -ricevevano da Fabrizio Centofanti le utilità per l'esercizio delle sue funzioni e dei suoi poteri".

E in particolare "per la possibilità consentita a Centofanti da Palamara di partecipare a incontri pubblici o riservati cui presenziavano magistrati, consiglieri del Csm e altri personaggi pubblici con ruoli istituzionali e nei quali si pianificavano nomine ed incarichi direttivi riguardanti magistrati, permettendo in tal modo a Centofanti di accrescere il suo ruolo e prestigio di “lobbista”; per la disponibilità dimostrata da Palamara a Centofanti di poter acquisire, anche tramite altri magistrati e appartenenti alle forze dell'ordine, a lui legati da rapporti professionali e/o di amicizia, informazioni anche riservate sui procedimenti in corso ed in particolare, su quelli pendenti presso la Procura della Repubblica di Messina e di Roma che coinvolgevano Centofanti e gli avvocati Piero Amara e Giuseppe Calafiore; per la disponibilità di Palamara di accogliere richieste di Centofanti finalizzate ad influenzare e/o determinare, anche per il tramite di rapporti con altri consiglieri del Consiglio Superiore della Magistratura e/o di altri colleghi, le nomine e gli incarichi da parte del Consiglio medesimo e le decisioni della sezione disciplinare".

Nella contestazione si elencano diversi soggiorni di cui avrebbe usufruito l'ex consigliere del Csm, tra cui quello a Madonna di Campiglio, il viaggio a Madrid con il figlio, la vacanza a Favignana, a Dubai, oltre ai lavori eseguiti a casa della sua amica Adele Attisani.

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