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Foggia, nuova aggressione al Policlinico: colpiti 3 infermieri

E' accaduto al pronto soccorso, fermato l'aggressore. Oggi audit interno su decesso 22enne il 4 settembre

Foggia, nuova aggressione al Policlinico: colpiti 3 infermieri
09 settembre 2024 | 12.58
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Una nuova aggressione al Policlinico di Foggia, dove "alle 4 di notte sono stati colpiti 3 infermieri del pronto soccorso da una persona in stato di alterazione: 2 sono stati refertati. E' intervenuta la Polizia per il fermo della persona". Lo riferiscono fonti ospedaliere all'Adnkronos Salute.

Pochi giorni fa gli operatori sanitari del Policlinico Riuniti di Foggia avevano già subito una aggressione, barricandosi in una stanza per salvarsi da decine di persone, dopo la morte di una ragazza durante un intervento chirurgico.

Sul decesso delle 22enne, avvenuto il 4 settembre, ci sarà oggi l'audit interno della direzione del Policlinico e "la valutazione del profilo di assistenza".

Sindacato infermieri: serve l'esercito

"Non si era mai registrata, negli ultimi 10 anni, una tale escalation di violenze, all’insegna di brutalità ed esasperazione. Nel mese di agosto, che ci siamo appena lasciati alle spalle, abbiamo calcolato ben 34 episodi di violenza, fisica e psicologica, su 31 giorni. Si rende indispensabile la riorganizzazione dei presidi fissi delle forze dell’ordine, da parte del Viminale, dal momento che, incredibile ma vero, ad oggi, in nessuna struttura sanitaria, sono presenti agenti di polizia negli orari notturni. In assenza di un numero adeguato di uomini delle forze dell’ordine, si rende indispensabile pensare ad una modalità 'ospedali sicuri', con la presenza del nostro Esercito nelle strutture sanitarie, partendo da quelle delle città capoluogo e in quelle con maggiore bacino di utenza. Non possiamo aspettare", affermano in una nota Antonio De Palma, presidente nazionale del Nursing Up.

Medici pronto soccorso: "Daspo cure a violenti non è soluzione"

Intanto sulle proposte arrivate dalla politica e dal mondo della sanità per frenare l'escalation di violenze ai danni degli operatori sanitari, si è espresso Fabio De Iaco, presidente della Simeu, la Società italiana medicina dell’emergenza urgenza.

"Il Daspo dalle cure per chi commette violenze - afferma all'Adnkronos - on serve e credo che potrebbe essere anche incostituzionale, non si può far rinunciare all'assistenza sanitaria pubblica è contro ogni principio deontologico. Il teaser o il porto d'armi? Mi fanno sorridere, mentre credo sia giusta la proposto dell'arresto in flagranza. Ma sono convinto che un punto sia quello delle maggiori tutele per i medici e gli infermieri. L'aggressione violenta in ospedale a Foggia dimostra che poi questi colleghi rischiano di essere vittime di minacce pesanti e anche le loro famiglia. Non è accettabile".

La proposta del Daspo dalla cure arriva dal senatore Ignazio Zullo, capogruppo di Fratelli d'Italia in commissione Lavoro e Sanità, che ha presentato un Ddl che prevede "la sospensione della gratuità di accesso alle cure programmate e di elezione per tre anni nei confronti di chi si rende protagonista di aggressioni al personale sanitario o di reati contro il patrimonio sanitario". "Le ammende economiche previste dalla legge 113 del 2020 servono a poco e ne sono state registrate pochissime - continua - Si devono abbassare i toni e lavorare per sviluppare un nuovo modello di fiducia reciproca medico-paziente. Per farlo servono risorse sulla sanità pubblica che vanno spese meglio e ad oggi non le stiamo spendendo in modo corretto".

"Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stato un baluardo durante il Covid, un riferimento per il mondo della sanità che ha sentito la sua vicinanza e anche oggi dove noi medici siamo vittime di violenze sappiamo che ci è vicino. Concordo molto con il professor Bassetti che ha ricordato sui social l'importanza della presenza del Capo dello Stato nei momenti più difficili della pandemia", ha detto.

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